Questa mattina nel Comune di Cassano Ionio è stato firmato un protocollo d’intesa contro lo sfruttamento dei lavoratori e contro il caporalato.

Un tema a me caro, dal momento che ho dedicato una vita alla difesa dei diritti umani: giova ricordare che sono stato un operatore sociale di strada per anni e da qualche anno svolgo la professione di Assistente Sociale. In questi anni centinaia, se non migliaia, sono state le persone alle quali ho rivolto la mia opera, spesso e volentieri gratuita e volontaria e molte di queste persone, erano migranti.
Lo scorso anno, un gruppo di lavoratori sud sahariani protestò vivacemente all’alba, contro alcuni caporali di nazionalità pakistana che li ingaggiavano per pochi euro al giorno. Quella mattina mi recai sul posto, all’alba, per cercare di parlare con questi ragazzi. Quello che andavo dicendo da anni, cioè che quelle associazioni che gestiscono le politiche migratorie poco o nulla fanno per la qualità della vita dei migranti, trovò conferma quella mattina: circa un centinaio di persone, in condizioni umane a dire poco pietose, quella mattina decise di uscire allo scoperto, raccontando disagi, stati d’animo e condizioni di vita che nel ventunesimo secolo dovrebbero esistere solo nei racconti horror. Eppur era vero. Quella mattina, alle 6.30 mandai un messaggio al Sindaco Papasso, che mi rispose dopo circa un’ora. Insieme concordammo che questi ragazzi avevano bisogno innanzitutto di un’assistenza sindacale. Decisi quindi di portali alla CGIL, per i primi momenti di ascolto.
Nei giorni seguenti, incontrammo gli operatori della Comunità Progetto Sud di Lametia Terme con i quali convenimmo che era necessario lavorare per costruire una rete sociale in Città, capace di dare ascolto e programmare interventi per questa fascia di popolazione.
Per questo scopo, iniziammo una serie di incontri con l’Amministrazione Comunale e la Diocesi, nel corso dei quali vennero presi degli impegni ben precisi.
Per lo svolgimento dei colloqui e per altre esigenze logistiche, misi a disposizione i locali dell’Associazione Palazzo Viafora. La Diocesi, mise a disposizione alcuni posti letto, la Cgil mise a disposizione la propria struttura per l’assistenza patronale, la Comunità Progetto Sud partecipò con gli operatori del Progetto Incipit che curavano l’assistenza legale dei migranti.
L’unico che non fece nulla fu il Municipio: a riprova di ciò, vi è un documento del Presidente della Comunità Progetto Sud, don Giacomo Panizza, che in data 22 luglio inviò un “Promemoria sugli impegni presi” nel quale, si evincono a chiare lettere, le mancanze del Comune di Cassano allo Ionio.
Il quale, dopo un periodo di silenzio, cercò di spostare l’attenzione mediatica verso altri progetti messi in campo dall’Associazione Cidis di Perugia, che da qualche anno gestisce progetti verso i migranti in Città e la cui presenza proprio in questo lembo di territorio è ancora cosa sconosciuta a molti. Non che un’Associazione non abbia diritto di partecipare alla vita pubblica di un Paese, però stupisce che da anni decine di associazioni locali vengano messe da parte per far spazio ad un’Associazione di un’altra regione ed ai suoi dipendenti.
La mia difesa verso gli ultimi, del resto, si estende anche e soprattutto verso le piccole realtà locali, che tra le altre cose sono le uniche che realmente riescono a stare accanto a chi necessita di aiuto.
Non a caso, sono anni che chiedo pubblicamente all’Associazione Cidis Onlus di fare un consuntivo dei soldi spesi sul territorio mostrando, con dati alla mano, se davvero il loro intervento sul territorio ha contribuito a migliorare ed in che modo le condizioni di vita dei migranti e dei richiedenti asilo.
Tornando al Municipio, due giorni fa, di fretta e furia, dal Comune convocano un incontro con la rete sociale costituita lo scorso anno, per siglare un protocollo d’intesa contro lo sfruttamento dei lavoratori e contro il caporalato. Ovviamente, ospiti d’onore, i rappresentanti ed i dipendenti dell’Associazione Cidis Onlus.
Personalmente, ho appreso di questo evento grazie al consueto comunicato stampa, che puntuale viene lanciato dagli addetti alla comunicazione istituzionale.
Non sono stato invitato, né tantomeno qualcuno degli organizzatori ha avuto la decenza e l’educazione di mandarmi un messaggio.
Nonostante tutto, questa mattina mi sono recato in Municipio per partecipare a quella che dopo si è rivelata una vera e propria cerimonia. Perché al di là dell’invito a consumare “una cosa fresca” da parte del Sindaco, nessun segnale di coinvolgimento e di partecipazione è arrivato nei miei confronti.
Un’umiliazione alla quale ho risposto uscendo dalla stanza senza salutare nessuno.
Sinceramente reputo questo atteggiamento un modo scorretto ed assai anti democratico di gestire la cosa pubblica, oltre che una mortificazione verso i professionisti del territorio, soprattutto quelli che hanno deciso di restare qui per profondere la loro opera.
Fortunatamente ho il mio lavoro e non ho bisogno di fare l’Amministratore Pubblico o i progetti alla Regione per portare uno stipendio a casa, nella mia vita ho investito con sacrificio sulla mia formazione proprio per evitare queste trafile.
Ma il gesto perpetrato nei miei confronti non mortifica me, mortifica decine di persone libere di questo territorio, quelle che hanno sudato per farsi una posizione, quelle che hanno subìto anni di gavetta e che non vogliono compromettersi con nessuno per svolgere liberamente il loro mestiere.
Il mio unico auspicio adesso è che davvero si portino avanti politiche migratorie sane e risolutive ma soprattutto che gli impegni presi istituzionalmente con la firma del protocollo d’intesa, vengano finalmente onorati.
Dr. Pasquale Cersosimo
Assistente Sociale
Presidente APS “Palazzo Viafora”

Cassano Ionio, 11/08/2021