Ecco come nelle intercettazioni gli equipaggi del “Grecale” e del “Maestrale” ubbidivano al “comandante” Filippo Solimando.
Navigavano su quelle cristalline e a volte crespe onde del Mare Jonio tra il sacro e il profano. Già, perché c’erano sia il “Grecale” sia il “Maestrale”, lo scorso 5 agosto, a sfilare per mare in processione, come da tradizione, accompagnando la statua della Santissima Maria ad Nives, la Madonna della Neve cui l’intera comunità marinara di Schiavonea di Corigliano Calabro è devotissima.
Il “Grecale”, sussurrano nel popoloso borgo marino, avrebbe addirittura “guidato” l’ultima processione in mare con a bordo la statua sacra e le autorità religiose, civili e militari che accompagnavano la Madonna, dopo essere salpato dal porto coriglianese.
Stessi motopescherecci ma “scenario” decisamente diverso in altre “occasioni” cristallizzate nelle carte della maxi-inchiesta anti-‘ndrangheta “Gentleman” che lunedì scorso ha visto finire in manette una trentina di persone.
Uno di tali “momenti” d’interesse investigativo è fotografato negli ultimi giorni di novembre del 2013. Quando il “Grecale” doveva trasportare l’ennesimo carico di droga proveniente dall’Albania ed il “Maestrale” doveva fare da “appoggio”.
Non sono preghiere, infatti, le intercettazioni in chat di quei giorni da parte degl’inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, i quali ascoltavano i concitati contatti tra il 46enne Filippo Solimando, ritenuto capo del locale degli “zingari” di Cassano e Corigliano, ed il 25enne Luigi Abbruzzese, quest’ultimo lunedì sfuggito alla cattura.
Secondo il Procuratore capo della Dda catanzarese Antonio Vincenzo Lombardo, i due «sono coloro i quali dirigono e organizzano il traffico di stupefacenti».
Abbruzzese informava Solimando che il trasbordo dello stupefacente dalla nave albanese a quella italiana non s’era realizzato perché «hanno avuto paura». Si riferiva ai marittimi italiani e stava cercando una nuova imbarcazione: «Ora stiamo vedendo di trovare l’altro trattore».
Durante la stessa giornata il 28enne Antonio Malagrinò, utilizzando il cellulare in uso al 50enne Leonardo Policastri, contattava il 50enne Paolo Summo il quale era a bordo del “Maestrale” e diceva che stavano rientrando al porto di Corigliano «senza niente», rimandando ad un incontro ogni ulteriore spiegazione .
Dopo circa un’ora, Summo telefonava al 46enne Giorgio Antonio Florio, comproprietario, unitamente a Malagrinò, del “Maestrale”, e gli diceva: «Zanzare…zanzare». Facendogli capire che la presenza d’aerei sospetti aveva impedito il trasbordo dello stupefacente.
Florio rispondeva d’avere compreso.
Dopo alcune ore Summo contattava tale Mimmo occupante del “Grecale” al quale riferiva: «Le zanzare m’hanno mangiato e sono venute apposta chi sa da dove». Alludendo, evidentemente, alla presenza di aerei delle forze dell’ordine.
Il “Grecale” ed il “Maestrale” adesso sono sotto sequestro…{jcomments off}