I movimenti “Coriliani”, “Terra e Popolo” e “Meetup Cinque Stelle” hanno presentato in Procura una denuncia corredata da un voluminoso dossier tesi a fare aprire un’inchiesta
Loro sostengono d’avere già individuato le responsabilità politiche ed amministrative. Alla magistratura inquirente cui si sono rivolti toccherà invece d’individuare le eventuali responsabilità penali.
Due profili di responsabilità che potrebbero finire col coincidere finendo sullo stesso piano.
Sul piano della scrivania del Procuratore di Castrovillari, Franco Giacomantonio, per ora c’è un voluminoso “dossier”.
L’hanno messo insieme, pazientemente, documento per documento, i movimenti “Coriliani”, “Terra e Popolo” e “Meetup Cinque Stelle” di Corigliano Calabro.
Al suo interno – dicono i loro portavoce – «c’è roba che scotta».
La “roba” è quella relativa alla gestione dell’ex discarica comunale per i rifiuti solidi urbani di contrada Cotrica, zona collinare a ridosso del centro storico coriglianese deturpata da quell’ecomostro che un tempo recente fu la discarica per i rifiuti cittadina e che ora – secondo i movimenti – «rappresenta una vera e propria bomba ecologica per la salute dei cittadini».
Le presunte responsabilità politiche ed amministrative sono state ricostruite minuziosamente, ieri, nel corso d’una conferenza stampa tenuta dai rappresentanti dei tre movimenti Alfonso Caravetta (Coriliani), Leonardo Cimino (Terra e Popolo) e Francesco Forciniti (Meetup Cinque Stelle).
«Riteniamo doveroso portare all’attenzione dell’opinione pubblica – hanno detto – ora che l’abbiamo portato all’attenzione della magistratura, quant’è accaduto ed accade tuttora in quella ex discarica, poiché siamo certi del suo pericolo e dell’urgenza d’intervenire prima che i cittadini possano rimetterci gravemente in salute; dalla mole di documenti ed atti pubblici di cui siamo in possesso, che costituiscono il dossier allegato alla denuncia da noi presentata in Procura, emergono chiare le responsabilità dell’attuale sindaco Giuseppe Geraci, allorquando, sempre da sindaco, nel 1998 autorizzò l’apertura della discarica di Cotrica sulla base d’un certificato di collaudo che la definiva “a regola d’arte” e che invece a regola d’arte non s’è rivelata, se nel 2003 l’allora Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti della Regione Calabria, Italo Reale, ne dispose l’immediata chiusura al conferimento dei rifiuti diffidando il Comune alla sua messa in sicurezza e bonifica».
Messa in sicurezza e bonifica che non si sarebbero mai state realizzate se è vero – come purtroppo è vero e documentato nel “dossier” – che l’ex discarica di Cotrica «produce ancora e tuttora migliaia di tonnellate di percolato inquinante e fortemente nocivo, lo stesso che in questi anni ha contaminato i terreni circostanti coltivati ad agrumeti, le falde acquifere sottostanti e le acque del torrente Coriglianeto che trasporta il percolato riversandolo in mare».
Sulla mancata messa in sicurezza e bonifica del sito i tre movimentisti mettono sotto accusa un altro ex sindaco ed il suo assessore delegato all’Ambiente: «Giovanni Battista Genova e Leonardo Antonio Zangaro non misero in atto le prescrizioni del Commissario regionale per l’emergenza-rifiuti e i protocolli previsti dalle leggi in materia».