La delegata alla Pubblica Istruzione e alla Cultura, oltre che alle Pari Opportunità, alle Politiche Giovanili e ai Rapporti con le Associazioni Caterina Violante da oltre un mese ha rimesso tutte le Deleghe evidentemente per contrasti in seno alla Maggioranza, ma finora la notizia è stata occultata. Neanche l’interessata, per la verità, ne ha fatto menzione ma l’hanno svelata il consigliere di Minoranza Davide Cavallo ed il primo dei non eletti di “Trebisacce Futuro” Paolo Accoti attraverso un duro documento dal titolo “Terremoto nella Maggioranza ma tutto tace”.

«Il primo cittadino – scrivono i due avvocati riferendo che l’esecutivo perde il secondo pezzo dopo l’ex assessore Vitola – si è arroccato nella stanza dei bottoni e tenta di occultare… la crisi politica interna come se fosse polvere da nascondere sotto il tappeto nel vano tentativo di dimostrare che la Maggioranza è coesa». Parte da qui un attacco a tutto campo al sindaco Mundo accusato di essere incapace di tenere in piedi un esecutivo oltremodo eterogeneo fatto di persone di orientamento politico, sociale e culturale distante dalle sue stesse posizioni, che non accetterebbe le sue posizioni “dispotiche e accentratrici ed il suo egocentrismo che – scrivono i due della Minoranza – mal si conciliano con la voglia di fare, con la trasparenza… e con una politica fatta con trasparenza e alla luce del sole… tanto che si suoi stessi consiglieri hanno deciso di scaricarlo». Entrando nel merito Accoti e Cavallo rimproverano al sindaco di gestire come se fossero proprietà privata i lavori del Lungomare e l’appalto del depuratore ripetuto per 4 volte, di trascurare la reiterata bocciatura dei bilanci dal parte del Revisore dei Conti e la gestione personalistica degli affari interni del comune da cui terrebbe fuori i consiglieri di Maggioranza. «Cose che – commentano i due consiglieri – rimandano a vecchie logiche politiche, fatte di clientelismo spicciolo, di diritti dei singoli cittadini fatti passare come gentili concessioni e che rimandano il paese indietro di trent’anni. Appare evidente – scrivono i due tirando le somme – che il progetto politico del sindaco è miseramente fallito sotto i colpi della sua stessa traballante e rabberciata Maggioranza». Poi Cavallo e Accoti, entrando nella sfera politica, parlano del fallito tentativo del sindaco di uscire dalle sabbie mobili e di rifarsi il look politico tentando di “accaparrarsi” il PD. Tentativo esperito, secondo i due, per auto-legittimarsi e autocandidarsi in vista delle prossime tornate elettorali «ma ora – scrivono ancora i due esponenti di “Trebisacce Futuro” – il primo cittadino da “carnefice politico” è diventato ostaggio delle sue stesse “vittime” al punto da dover sottostare a qualsiasi “mal di pancia” dei suoi e consapevole che basta poco per far saltare il banco… Trebisacce – scrivono i due – non merita questa gestione politica, fatta di compromessi, di sotterfugi, piccoli favori e altrettanto piccoli dispetti. Trebisacce – commentano i due oppositori accennando al fatto che questo esecutivo non sarebbe stato in grado di attrarre alcun finanziamento – non merita il ricatto o, peggio ancora, il baratto politico, né tanto meno dinastie politiche o accordi trasversali confezionati tanto per tirare a campare, ammantati del più completo del più completo immobilismo. Spieghi – concludono Cavallo e Accoti – il primo cittadino quello che sta effettivamente accadendo nelle stanze oscure del palazzo, oramai sempre più ostile alle regole basilari della democrazia partecipata e avulso dai bisogni della cittadinanza».
Pino La Rocca