Non è stata accolta, la richiesta di archiviazione del procedimento penale a carico di Pino Gentile e Antonio Capristo, assistiti dell’avvocato Guido Siciliano, indagati dalla Procura di Catanzaro insieme a Giovanni Laganà, Filippo Arillotta, Domenico Pallaria, William Grimoli, Giovanni Pianini, Fiore Cava, Antonio Tallarico e Bina Sprovieri, per la vicenda dell’annullamento di un “Bando di concorso per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione o in proprietà” effettuato nel periodo in cui Pino Gentile era assessore ai Lavori pubblici nella giunta Scopelliti.
Il bando annullato era stato emanato dalla precedente giunta Loiero ma, secondo i nuovi amministratori regionali, presentava numerose criticità. Il nuovo bando targato Gentile è stato però poi impugnato da alcune ditte a cui il Tar Calabria aveva dato parzialmente ragione. E nel frattempo la Procura della Repubblica di Catanzaro aveva avviato un procedimento penale nel quale si contemplava l’abuso d’ufficio. Per gli indagati è stata effettuata richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura del capoluogo. A nulla sembra essere valsa la sentenza del Consiglio di Stato che accoglieva le argomentazioni dell’avvocato Giovanni Spataro e che ribaltava il parere espresso dal Tar Calabria. Secondo i giudici, infatti, «l’interesse pubblico alla revoca dell’illegittimo finanziamento prevale sull’eventuale affidamento ingenerato nel beneficiario soprattutto quando, considerando le modalità palesemente illegittime attraverso le quali quest’ultimo si è visto assegnare il beneficio economico, è da escludere che si possa essere ingenerato un qualsivoglia legittimo affidamento». Questa tesi difensiva, portata anche davanti ai magistrati di Catanzaro, non ha fermato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di politici, imprenditori e amministratori della Regione accusati – tra le altre cose – di aver sospeso in via cautelativa l’efficacia e l’esecutività delle graduatorie approvate e pubblicate, inerenti interventi edilizi (già ammessi al finanziamento) tra cui la Gatto Costruzioni Spa e la Edil Parco Srl. La delibera in questione, tra l’altro, la 474/2010, in assenza del parere del dirigente di settore e in assenza di istruttoria, senza esplicitare le ragioni di urgenza e i poteri avocativi dell’organo rappresentativo. Un nuovo bando sull’edilizia veniva poi approvato da Capristo e Laganà, adottando una successiva integrazione volta a “procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale a talune imprese cooperative concorrenti”. Sarà ora il gip a decidere se accogliere o meno le ragioni dei pubblici ministeri Fabiana Rapino e Domenico Guarascio.