“Sabato di fuoco” ancora una volta nell’Alto Jonio cosentino, a dimostrazione che gli incendi boschivi, almeno da queste parti, non scoppiano mai per autocombustione, ma passano sempre attraverso la funesta mano dei piromani. Ne è prova provata il fatto che gli incendi scoppiano quasi sempre di sabato quando le squadre anti-incendio sono a riposo e che tutti gli incendi, almeno quest’anno, hanno interessato solamente i territori comunali di Villapiana e Albidona,
entrambi interessati a due progetti di prevenzione-incendi boschivi con ricorso a manovalanza locale che, paradossalmente, hanno avuto l’effetto contrario. Il penultimo incendio, di cui abbiamo riferito, si è verificato sabato scorso nel martoriato territorio di Villapiana, vittima quest’anno, per L’ultimo, invece, agevolato dal forte vento di ponente che, oltre a dare forza alle fiamme, ha messo a dura prova anche l’intervento dei mezzi aerei, ha interessato per tutta la giornata di ieri, i boschi residui di Albidona. A fuoco infatti i boschi secolari delle valli Addonia, Grutta, Recolla e Promenzana dove il fuoco ha distrutto decine di ettari di pini, di querceti e di macchia mediterranea con grave rischio per la fattoria “Predicatore” e per gli uliveti delle contrade Alvani e Menzana dove i proprietari, impossibilitati a intervenire, hanno incrociato le dita per scongiurare ulteriori danni. Per tutto il giorno due Canadair hanno combattuto contro il fuoco ma poi hanno dovuto desistere per il forte vento che ha imperversato sulla zona. La gente comune, che rispetta la natura e che è convinta che non si tratti di incendi casuali, si ribella, scrive sul web, si propone addirittura per la costituzione volontaria di “ronde” o di “vedette” per scongiurare gli incendi. Tutto il contrario fanno invece i piromani che appiccano il fuoco e poi si godono lo spettacolo della distruzione di quel poco che resta del patrimonio boschivo, come faceva Nerone che cantava e ballava dopo aver incendiato Roma.
Pino La Rocca