L’amministrazione comunale in carica favorisce le attività imprenditoriali del sindaco e così facendo genera un evidente conflitto di interesse. A sostenere questa tesi e ad evidenziare quello che viene considerato un passo falso dell’esecutivo sono la Minoranza consiliare ed il Circolo del PD di Oriolo. Questi, da una parte, prendono atto con piacere del fatto che l’esecutivo ha abbassato l’aliquota della I.U.C. (imposta unica comunale) dal 10.60 al 7,60 per mille per i fabbricati produttivi di categoria D, decurtandola, di fatto, della quota-parte spettante al Comune,
ma dall’altra, insorgono perchè intravedono nell’operazione finanziaria una sorta di “piacere personale” al sindaco Bonamassa nelle vesti di titolare dell’azienda “Dormiflex” che nella zona industriale di Oriolo produce e commercializza materassi dando lavoro a diversi oriolesi. «Potremmo plaudire a questa iniziativa – scrive il gruppo consiliare di minoranza d’intesa con PD locale – una delle poche messe in atto in più di un anno di mandato, ma l’entusiasmo di un provvedimento che può sembrare a favore delle attività produttive locali si smorza quasi subito quando ci si rende conto che la misura adottata va a diretto beneficio dell’attuale sindaco di Oriolo Giorgio Bonamassa. Niente di irregolare, sia ben chiaro: – chiariscono gli estensori della nota – infatti il patron della “Dormiflex” non era presente né in giunta né in consiglio quando in data 5 agosto 2015 è stato ratificato il provvedimento, anche se in consiglio è presente un consigliere di maggioranza che è dipendente della “Dormiflex”». Da qui, secondo la Minoranza, l’evidente conflitto d’interesse e la conseguente indignazione. «Pur ritenendo giusto incoraggiare chi lavora – si commenta – ci risulta quanto meno sconveniente che si utilizzino le istituzioni per favorire i propri interessi… Il sindaco stesso – conclude la nota – deve capire, a nostro avviso, che ci si candida e si viene eletti per fare il bene e gli interessi di una comunità intera, non quelli di pochi, ma soprattutto non i propri».
Pino La Rocca