TREBISACCE – Anche se è uscito dal coma, restano tuttora gravi le condizioni di L. M., 73 anni, il pensionato di Trebisacce che mercoledì mattina ha rischiato di annegare a pochi metri dalla battigia perché colpito da un’ischemia poco dopo essere entrato in acqua. I medici dell’Annunziata, dove l’uomo è stato trasferito a bordo dell’eli-ambulanza e dove è tuttora ricoverato in Rianimazione, in realtà sono molto cauti e non hanno inteso finora sciogliere la prognosi proprio perché ancora non si conoscono i danni subiti a livello cerebrale nei momenti in cui l’uomo è stato privo di sensi.
Quello che è certo è che se il povero L. M., che nella sua vita lavorativa ha prestato servizio proprio presso l’ospedale di Trebisacce come falegname, riuscirà a superare indenne la brutta avventura vissuta, lo dovrà al caso ed alla prontezza dei due medici veterinari che, trovandosi per caso da quelle parti, lo hanno soccorso e lo hanno trasferito all’ex ospedale con mezzi di fortuna (il furgone del pane e una lettiga improvvisata), consentendogli così di ricevere l’assistenza medica necessaria, soprattutto quella dell’anestesista-rianimatore che, per fortuna, a quell’ora era di turno. Se la stessa cosa fosse capitata di sera o di notte, quando cioè presso l’attuale PPI si trova solo un medico e un infermiere, oggi staremmo a parlare di un’altra storia. Lo stesso figlio del povero pensionato, Ufficiale Superiore dell’Esercito in servizio a Cosenza, dopo aver pubblicamente ringraziato quanti si sono adoperati per tentare di salvare la vita del genitore, ha sottolineato l’urgenza della riapertura del “Chidichimo”. Per fortuna le notizie che arrivano dalla Regione e dall’Asp cosentina, per il momento dell’apertura di un Pronto Soccorso h/24 dotato di alcuni posti-letto di OBI e per l’anno prossimo dell’apertura del nosocomio come “ospedale di confine” collegato allo spoke di Castrovillari, lasciano ben sperare, ma è necessario fare presto per evitare di dover allungare l’elenco dei morti per malasanità.
Pino La Rocca