Quarantacinque gl’indagati: nelle scorse settimane il ministro della Giustizia ha applicato il 41-bis nei confronti di Filippo Solimando e Salvatore Nino Ginese
La Procura distrettuale antimafia di Catanzaro ha dichiarato chiuse le indagini nei confronti degl’indagati nella maxi-inchiesta denominata “Gentleman”. L’atto reca la firma del procuratore Antonio Vincenzo Lombardo, dell’aggiunto Vincenzo Luberto e del sostituto Saverio Vertuccio.
Sono quarantacinque complessivamente gl’incriminati, una trentina dei quali destinatari dell’ordinanza di fermo eseguita all’alba dello scorso 16 febbraio nel corso d’un maxiblitz da parte del Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) di Catanzaro e del suo Servizio centrale (Scico) di Roma, sotto le direttive della stessa Direzione distrettuale antimafia catanzarese, tra Cassano Jonio e Corigliano Calabro.
L’operazione, che dopo un paio di settimane aveva portato il giudice per le indagini preliminari distrettuale, Ilaria Tarantino, ad emettere una voluminosissima ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli stessi fermati finiti in carcere, era finalizzata a stroncare un colossale traffico di droga su scala intercontinentale. Gl’indagati sono infatti accusati, a vario titolo, d’associazione mafiosa e d’associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Con “al centro” il locale di ‘ndrangheta cosiddetto degli “zingari” di Cassano e Corigliano. Tra gl’indagati i nomi che spiccano per l’estrema gravità dei reati contestati sono quelli del 46enne Filippo Solimando di Corigliano, ritenuto capo ‘ndrangheta e “mente” dell’organizzazione dedita al narcotraffico planetario, il 25enne Luigi Abbruzzese di Cassano – sfuggito alla cattura il 16 febbraio e tuttora attivamente ricercato dalle forze dell’ordine – il 42enne Salvatore Nino Ginese di Corigliano, il 48enne Francesco Policastri di Corigliano, il 50enne Leonardo Policastri di Corigliano, il 32enne Francesco Abbruzzese di Cassano, il 30enne Antonio Pavone di Cassano – anch’egli sfuggito al blitz ma costituitosi, diversi giorni dopo, ai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza – il 60enne Carmine Alfonso Maiorano di Corigliano, l’argentino 61enne Pedro Juan Petrusic di Terranova da Sibari. Soltanto per alcuni di loro, oltre all’accusa di narcotraffico internazionale che viene contestata praticamente a tutti, v’è pure quella d’associazione mafiosa. A Filippo Solimando e Salvatore Nino Ginese nelle scorse settimane il ministro della Giustizia Andrea Orlando, su richiesta proprio dei magistrati della Dda catanzarese, ha applicato il regime carcerario “duro” del 41-bis.
Il nutrito collegio difensivo dei quarantacinque indagati è invece composto, tra gli altri, dagli avvocati Fabio Salcina, Giovanni Zagarese, Pasquale Di Iacovo, Antonio Sanvito, Giorgia Greco, Francesca Gallucci e Rossana Cribari.