Potrebbero essere decisivi i prossimi giorni per capire, almeno, se c’è una speranza che l’A3 – nel tratto tra Laino Borgo e Mormanno, interessato dal crollo del viadotto Italia – venga riaperta anche a estate già inoltrata. È questo uno dei pochi elementi concreti emersi dall’incontro tenutosi ieri al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti alla presenza del titolare del dicastero, Graziano Delrio, del presidente della Regione, Mario Oliverio, diversi sindaci dei Comuni interessati, il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, e i rappresentanti di Anas. Per comprendere se si potrà procedere alla riapertura del tratto in questione ci vorrà un ulteriore incontro, stavolta di natura prettamente tecnica, che dovrebbe tenersi a breve in Calabria per valutare la fattibilità delle soluzioni che Anas sta studiando per la messa in sicurezza del viadotto. Intanto, dal tavolo romano sono emerse alcune soluzioni tampone che il governo, ha assicurato Delrio, valuterà in tempi brevissimi. È stato lo stesso governatore Oliverio, innanzitutto, a chiedere di sopperire all’attuale situazione viaria incentivando l’uso di mezzi di trasporto alternativi come treni ed aerei. Al vaglio, poi, c’è anche un percorso alternativo a quello sulla litorale tirrenica che prenda in considerazione la statale 19, ferma restando la necessità di attuare degli interventi migliorativi su entrambe le arterie stradali. Verranno valutate anche le proposte del governatore che prevedono, tra le altre cose, il rafforzamento delle cosiddette “autostrade del mare”, da usare soprattutto per i mezzi pesanti e da incentivare attraverso una tariffazione agevolata. A conclusione dell’incontro, cui come detto ne seguirà un altro di natura tecnica, il governo si è impegnato a reperire nuove risorse da investire nel piano viario regionale. Nel frattempo, sempre in merito al crollo del viadotto Italia, la giunta regionale ha chiesto al governo lo stato di emergenza e l’istituzione di una «Commissione ministeriale ispettiva, al fine di verificare le cause dell’evento e quantificarne gli enormi danni alle attività economiche calabresi».

Giacinto De Pasquale


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