Anche se il maltempo è ormai alle spalle il paese continua ad essere ostaggio delle frane che lo circondano da ogni parte.(GUARDA FOTO) La situazione continua perciò a peggiorare e cresce tra la popolazione la paura e lo sgomento di dover abbandonare le proprie abitazioni minacciate dalle frane che, scatenatesi dalla collina sovrastante, incombono minacciose sul centro abitato. Ieri pomeriggio, all’improvviso, si è aperto un nuovo fronte franoso sulla S.S. 481che collega il versante Jonico della Calabria con alla Basilicata: centinaia di metri cubi di fango, spinti alle spalle dalla frana principale scatenatasi con una grande forza distruttiva dalla collina di Santa Maria, si sono abbattuti sulla carreggiata ed hanno provocato l’interruzione della circolazione. I mezzi dell’Anas già sul posto per fronteggiare le emergenze si sono messi subito al lavoro ma ci vorranno molte ore prima di ripristinare il traffico. Ma la situazione più grave e preoccupante, che ha già costretto le autorità preposte a disporre lo sgombero di una trentina di persone è nella zona nord del paese, nei rioni dei “Cappuccini” e di “Croci”, dove il fronte che avanza bussa minaccioso alle porte. Il rione Croci, in particolare, abitato da 6/7 famiglie, è diventato un quartiere-fantasma. Tuttavia c’è chi non perde la speranza: «La situazione peggiora giorno dopo giorno: – ha confidato con il groppo in gola uno degli abitanti del quartiere raggiunto per telefono dal cronista – i muretti crollano, gli alberi cadono come fuscelli, l’asfalto delle strade, i pavimenti dei marciapiedi e delle case si sollevano contorcendosi e spaccandosi… Nonostante tutto, vorrei incoraggiare tutti i miei compaesani a non perdere le speranze e a non farsi sopraffare dal panico e dal pessimismo. Fra pochi giorni è Pasqua e dobbiamo trovare la forza di risorgere dal fango». Parole di saggezza e di speranza, che fanno però a pugni con una situazione molto complicata perché il fronte franoso è così vasto che sarà difficile, anche nel medio-lungo termine, imbrigliarlo e neutralizzarne gli effetti. Ieri mattina c’è stato un incontro in Prefettura per fare il punto della situazione sulla base dei rilievi fatti con gli appositi sensori predisposti dagli esperti del CNR. Amministratori, Vigili del Fuoco, Protezione Civile, CNR: c’erano davvero tutte le autorità preposte, tutte pronte e allerta al capezzale di Oriolo che rischia di pagare un prezzo molto alto alla forza cieca della natura e soprattutto alla superficialità e all’incuria degli uomini.
Pino La Rocca