L’ostetrica Cozza accusa il medico indagato. E alla Spataro sarebbe stato proposto un finto aborto…
E’ pronta a calare i suoi “due assi” investigativi il sostituto procuratore di Castrovillari, Simona Rizzo, contro gl’indagati principali della maxi-inchiesta “Medical Market” accusati del gravissimo ipotizzato infanticidio consumato nel Pronto soccorso dell’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano Calabro.
Due “assi” che rispondono ai nomi della 41enne Filomena Spataro – indagata nella stessa inchiesta – e della 38enne Assunta Cozza, ostetrica nel nosocomio cittadino ma lei solo e soltanto testimone oculare d’un “fatto” che il magistrato inquirente ritiene “importante”.
Partiamo proprio da questo “fatto”.
L’episodio risale alla primavera del 2012: è il periodo in cui è avvenuto il presunto infanticidio consumato il 15 maggio di quello stesso anno e per il quale sono indagati il 53enne medico di Pronto soccorso Sergio Garasto, la puerpera 37enne Stefania Russo e due suoi amici, la 43enne Nunziatina Falcone ed il 33enne Piero Andrea Zangaro.
Un giorno l’ostetrica Cozza avrebbe osservato gli strani “movimenti” del dottore Garasto il quale si sarebbe introdotto nella divisione d’Ostetricia e Ginecologia per guadagnare “di soppiatto” una stanza in cui si trova un armadietto contenente farmaci.
La teste avrebbe seguito sin dal corridoio l’atteggiamento “sospettoso” e al tempo stesso “sospetto” che sarebbe stato tenuto dal medico di Pronto soccorso in quegli ambienti lui non “familiari”, fino ad osservarlo mentre, proprio in quella stanza, si sarebbe infilato in tasca alcuni flaconcini. E l’avrebbe “bloccato”. Erano flaconcini di “Cervidil”, un farmaco avente proprietà abortive.
L’ostetrica ha raccontato in modo circostanziato i fatti circa un mese fa negli uffici della Polizia stradale di Rossano delegata dal pm.
L’indagata Filomena Spataro, invece, interrogata in fase d’indagini preliminari, avrebbe reso dichiarazioni “interessanti” circa il falso sinistro che le viene contestato e risalente più o meno a quello stesso periodo.
Pur dichiarandosi innocente, la donna avrebbe infatti confessato agl’inquirenti una “proposta” che le sarebbe stata fatta per simulare un aborto.
Se il giudice per le indagini preliminari, Letizia Benigno, accoglierà la richiesta del pm Rizzo, le dichiarazioni rese dalle due testi saranno raccolte nel corso d’un incidente probatorio ed assumeranno valore di prova sin dall’udienza preliminare all’eventuale processo.
Ieri il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha dichiarato inammissibile l’appello proposto dal pm teso a rinchiudere in carcere Russo, Falcone e Zangaro tutti difesi dall’avvocato Fabio Salcina.
Lo stesso Riesame dovrà ancora pronunciarsi su Garasto, difeso dagli avvocati Giuseppe Zumpano, Osvaldo Romanelli e Francesco Nicoletti.