Le più recenti amministrazioni comunali non hanno mai “messo mano” al problema. E dalle fontane si “spreca”…
Da diversi anni nel centro storico di Cassano Jonio i rubinetti dell’acqua potabile restano “a secco” per alcune ore del giorno.
Un disagio non indifferente col quale i cittadini, rassegnati, hanno ormai imparato a convivere.
In molti si sono attrezzati con cisterne dotate d’autoclave per il ripescaggio del prezioso quanto vitale liquido. Tale impiego ha però aumentato il consumo d’energia elettrica, facendo lievitare notevolmente la bolletta dei cittadini. Ma si sa che le “comodità” costano.
Ci sono poi quelli che non hanno lo spazio per impiantare le cisterne ed altri che, più semplicemente, non possono permettersi tale spesa.
E allora s’ingegnano alla bell’e meglio.
“Via libera”, quindi, a numerosi secchi pieni d’acqua disseminati sul pavimento del bagno o all’interno di docce e vasche.
La vita dei cassanesi è così diventata una continua “maratona”: mangiare a mezzogiorno in punto è ormai il loro motto, altrimenti non si fa in tempo a lavare i piatti.
La mattina, anche nei giorni festivi, sono costretti ad alzarsi presto per fare la doccia e, se disgraziatamente si “sgarrasse” a questa regola, bisognerebbe aspettare in pigiama fino all’ora di pranzo. E, per i cattolici, salta pure la Santa Messa!
Momenti d’ordinaria quotidianità che si tramutano in panico se negli orari in cui manca l’acqua si ricevono delle visite inaspettate. Preparare anche un semplice caffè diviene imbarazzante, figuriamoci se gli ospiti chiedono d’andare in bagno…
La vera tragedia si consuma quando si rompe un tubo n casa: in quel momento inizia la frenetica “consulta” degli idraulici liberi nelle ore in cui c’è l’acqua.
Quando poi, finalmente, arriva la tanto sospirata acqua, ecco che ricomincia “il lavoro”: svuotare i secchi e liberare di nuovo docce e vasche con un consumo d’acqua a volte maggiore.
E’ possibile che nel 2015 non si trovi ancora un rimedio all’emergenza idrica?
Secondo alcune stime il Mezzogiorno d’Italia raggiunge il 60% di perdite d’acqua dovute soprattutto a reti idriche ormai datate.
E il 60% vuol dire che più della metà si perde nel terreno.
Il costo del rinnovo totale della rete idrica è una spesa importante per l’amministrazione comunale, però si potrebbe cominciare a rifarne “un pezzo alla volta”.
Un altro rimedio sarebbe quello d’installare la rubinetteria nelle fontane pubbliche. La fontana dei Cappuccini, per esempio, rappresenta uno spreco enorme: quintali e quintali d’acqua, fluiscono quotidianamente e inesorabilmente nello scarico.
Cassano Jonio “Il paese delle chiese e delle fontane” non può lasciare i suoi cittadini senz’acqua.
Che ne pensa l’amministrazione comunale in carica ormai da qualche anno e guidata dal sindaco Gianni Papasso?
Deciderà un giorno – si spera molto vicino – di “mettere mano” a tale vitale problema collettivo?
Ai posteri l’ardua sentenza…