Il 25 giugno del 2013, Filippo Solimando, in compagnia del coindagato Pedro Juan Petrusiic, un argentino residente a Terranova da Sibari e suo ritenuto personale “interprete”, arrivava a Buenos Aires, in Argentina. Il 23 giugno, infatti, alle ore 10.42, Solimando, “Napoleone” in chat, contattava Francesco Policastri “Anna” cui comunicava che l’indomani sera, alle ore 22.00, si sarebbe imbarcato. Policastri “Anna” annuisce.
Lo stesso giorno, alle ore 12.41, Solimando “Napoleone” appena arrivato a Buenos Aires, in chat contattava Policastri “Anna”. Voleva parlare anche con Alfonso Brandimarte perché, a breve, avrebbe incontrato i fornitori sudamericani. Alle ore 18.17 Solimando “Napoleone” scriveva a Policastri “Anna”: «Tutto è ok, anche se la fattura è alta». La “fattura” è il prezzo della cocaina, inizialmente il prezzo dello stupefacente era pari a 27mila dollari al chilogrammo, poi gli chiedeva di andare subito da “Jò” (Alfonso Brandimarte) e di portare con se il BlackBerry in modo tale che avrebbe potuto chiamarlo in modo sicuro. Solimando, infatti, aveva necessità di condividere i termini dell’accordo con Brandimarte.
Policastri “Anna” scriveva che avrebbe mandato il Piccoletto (Luigi Abbruzzese).
Solimando “Napoleone” assentiva e intimava di farlo partire immediatamente (da Corigliano Calabro a Rosarno e ribadiva di fargli portare il BlackBerry.
Alle ore 21.12, il Piccoletto (Luigi Abbruzzese) era insieme ad Alfonso Brandimarte (a Rosarno) che chattava con Solimando, utilizzando il Pin BlackBerry “Anna”. Solimando scriveva che il primo incontro era andato bene, che avrebbe rivisto i sudamericani il giorno dopo, aggiungeva di avere rifiutato di consegnare loro il danaro in Argentina al momento dell’invio del container: «Loro vogliono i s e io gia lodeto no».
Brandimarte era stupito del fatto che i sudamericani pretendevano il danaro prima dell’arrivo della cocaina in Italia poi chiedeva se la cocaina sarebbe arrivata a Gioia Tauro da lui: «Come i soldi conpa ma x qua da me».
Solimando “Napoleone” lo rassicurava: aveva indicato Gioia Tauro come destinazione per la consegna poi diceva che i sudamericani pretendevano 27mila dollari al chilogrammo cioè una cifra spropositata: «Io gia lodeto da noi e sicuro che ce. Loro 27 ano deto misempra esagerato».
Il prezzo era così elevato perché i sudamericani assumevano l’onere e la responsabilità del trasporto dello stupefacente. Brandimarte domandava spiegazioni del fatto che i sudamericani, dopo avere fissato il prezzo della cocaina, portata a destinazione, pretendevano la consegna del danaro al momento dell’imbarco della cocaina. Quindi, esortava Solimando “Napoleone” ad accettare il suo invito a chattare inoltrato con il suo nickname “Gonzales”: «X la percentuale ma i soldi x k li vogliono vedete k vio mandato lamicizia io coonpa em kiam gonzales»…