L’intenso traffico telefonico e gl’incontri tra il medico Garasto, “Mano morta”, la Falcone e la Russo accusati d’infanticidio
Omicidio volontario premeditato ed aggravato in concorso: un’accusa pesantissima e un quadro indiziario che il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Margherita Letizia Benigno, definisce «grave» nei confronti del medico 53enne Sergio Garasto, della 37enne Stefania Russo – madre del feto al settimo mese di gestazione che sarebbe stato partorito in modo “primitivo” e soppresso nel Pronto soccorso dell’ospedale “Compagna” di Corigliano Calabro – della 43enne Nunziatina Falcone e del 33enne Piero Andrea Zangaro, amici della puerpera.
«Eloquenti» secondo il Gip i contatti telefonici, i contenuti delle conversazioni e gl’incontri tra gl’indagati tra il Primo e il 16 maggio 2012 accertati da pedinamenti ed appostamenti di finanzieri in borghese nell’ambito delle indagini relative all’inchiesta “Medical Market”.
Il Primo maggio Garasto contatta Zangaro e poco dopo v’è una telefonata tra la Falcone e la Russo.
Il 3 maggio la Russo si presenta in Pronto soccorso lamentando dolori addominali e dichiara d’essere rimasta vittima d’incidente stradale: Garasto cerca di contattare telefonicamente la Falcone e dopo vari tentativi riesce a parlarle telefonicamente.
Poco dopo è la Russo che cerca di contattare la Falcone.
Il 5 maggio la Falcone cerca di mettersi in contatto con Garasto e Zangaro; viene poi contattata da Zangaro e dalla Russo. Lo stesso giorno Garasto parla con Zangaro e lo invita ad incontrarsi.
Il 7 maggio Garasto effettua più tentativi di contattare telefonicamente Zangaro e quando questi gli risponde è Zangaro che chiede “notizie” con linguaggio criptico.
Garasto dice a Zangaro che glielo avrebbe spiegato di persona e lo invita ad incontrarsi presso la sua abitazione.
L’8 maggio, alle ore 23,37, “entra in scena” pure un’avvocatessa: è Francesca Berardi, 35 anni, la quale chiama Garasto mentre questi era in servizio all’ospedale e gli chiede se «Mano morta» sia passato lì da lui. L’avvocatessa, destinataria dell’ordinanza cautelare d’un provvedimento di sospensione dall’attività professionale, è indagata per altri reati, ma non le viene mossa mossa alcuna contestazione in relazione al ritenuto omicidio.
“Mano morta” è da identificarsi in Piero Andrea Zangaro il quale è affetto da menomazione ad una delle due mani con protesi fissa e viene espressamente identificato da Francesca Berardi in una conversazione intercettata ambientalmente presso lo studio della stessa Berardi alle ore 20,19 dello stesso giorno.
La Berardi specifica a Garasto che “Mano morta” sa che lui quella sera è di turno e Garasto conferma dicendo alla Berardi che Zangaro lo sa in quanto s’è sentito con un’altra persona (è Nunziatina Falcone).
Garasto fa capire alla Berardi che “Mano morta” non è ancora passato da lui ed entrambi gl’interlocutori iniziano a recriminare nei confronti di Zangaro.
Il 9 maggio Garasto cerca con più tentativi di contattare invano Zangaro.
Il 10 maggio Garasto effettua un ulteriore invano tentativo di contattare Zangaro e, a quel punto, decide di lanciare un “ultimatum” inviando un sms allo stesso Zangaro chiedendogli di chiamarlo e precisando che il termine ultimo sarebbe scaduto quella sera.
La mossa di Garasto risulta strategica e infatti poco dopo viene contattato telefonicamente da Nunziatina Falcone la quale precisa d’essere stata avvisata e chiede a Garasto di incontrarsi da lì a poco, così come poi fanno. Garasto chiede alla Falcone di far andare all’incontro «anche lui» e la donna sembra non poter decidere, insistendo nell’incontrarsi con Garasto. Questi conclude la conversazione precisando che oramai erano arrivati all’estremo per poter porre in essere i loro propositi: «Eh, perché proprio, siamo proprio, siamo proprio agli estremi, estremi massimo, proprio totale, proprio totale, hai capito».
L’esame dei tabulati telefonici dell’utenza in uso alla Falcone fa emergere come il 15 maggio – giorno del ritenuto crimine – alle ore 17,13 risultano due contatti telefonici con chiamante il centralino dell’ospedale “Compagna”.
Quindi, qualcuno, dall’ospedale, aveva cercato di contattare la Falcone sulla sua utenza mobile.
Il giorno dopo Garasto chiama Zangaro ma risponde una donna (forse la moglie) la quale, senza che Garasto faccia domande o richieste, lo rassicura ripetutamente di stare «tranquillo»…