«La petizione popolare contro la chiusura dell’ospedale di Trebisacce non viene archiviata ma rimane aperta e sarà premura dei commissari europei scrivere alla regione Calabria ed al ministero della Salute per chiedere le ragioni per le quali alle popolazioni dell’Alto Jonio è stato sottratto il diritto sacrosanto alla tutela della salute previsto dalla Costituzione italiana e sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea». Questa la valutazione conclusiva, pronunciata dalla presidente dell’apposita commissione on.le Erminia Mazzoni, della petizione popolare presentata al Parlamento Europeo e discussa ieri pomeriggio in diretta-streaming da Bruxelles, dove la dottoressa Rossella Ciacci, in veste di presentatrice e di relatrice della petizione è stata accompagnata dal consigliere regionale Talarico, dal sindaco Mundo, dal vice-sindaco Petta, dall’assessore Castrovillari, dal presidente del consiglio Regino e dal vice-presidente della Pro-Loco Amodeo. Passaggio da ritenersi interlocutorio dunque, perché i commissari europei, dopo aver letto gli atti e ascoltato la relazione della dottoressa Ciacci, hanno confermato quanto la stessa relatrice aveva già anticipato e cioè che il compito di garantire ai popoli il diritto alla salute è in capo agli stati-membri dell’UE, ma che va comunque considerato gratificante, perché “il caso” dell’inopinata chiusura del “Chidichimo”, grazie alla sensibilità ed alla tenacia della presentatrice della petizione, è salito alla ribalta del Parlamento Europeo e non è detto che non possa costituire in futuro un utile grimaldello per far riconsiderare ai prossimi inquilini di palazzo San Giorgio le scelte di politica sanitaria operate finora in dispregio di qualsiasi principio di legalità e di equità sociale. La dottoressa Ciacci, invitata a relazionare ai commissari, appellandosi agli art.li 35 e 168 della Carta Europea dei Diritti, ha delineato la completa desertificazione sanitaria dell’Alto Jonio; ha elencato i gravi disagi delle popolazioni di paesi interni come Alessandria completamente privi di collegamenti e costretti a fare una lotta contro il tempo per raggiungere un ospedale; ha ricordato i tanti decessi verificatisi lungo i tanti viaggi della speranza verso gli ospedali, il tutto a fronte del continuo incremento della spesa sanitaria passiva. Alla relazione della dottoressa Ciacci hanno risposto due commissari europei i quali, pur dichiarandosi sensibili ai problemi sollevati dai circa 3.000 firmatari della petizione, hanno confermato che è competenza degli stati-membri adottare politiche sanitarie eque e di qualità per tutti i cittadini. Per dare sostegno alla petizione è quindi intervenuto l’euro-parlamentare Mario Pirillo il quale ha ringraziato la presidente Mazzoni (meridionale) per l’attenzione riservata alla petizione e si è impegnato a perorare presso la regione Calabria la causa del “Chidichimo” quale spedale di confine. Dopo la valutazione conclusiva dell’on. Mazzoni, che ha riscontrato la necessità di interpellare la Regione ed il Ministero della Salute decidendo quindi di non archiviare ma di tenere aperta la petizione popolare, per il diritto di replica la parola conclusiva è passata alla relatrice: «Non mi ritengo affatto sorpresa: – ha concluso la dottoressa Rossella Ciacci – il fatto che la petizione rimanga aperta costituisce una speranza in più per le popolazioni dell’Alto Jonio e anche un segnale di evoluzione dell’UE verso i bisogni dei cittadini dei paesi-membri».
Pino La Rocca