Seriamente a rischio, a seguito delle crescenti resistenze pubbliche e private, l’inizio dei lavori della nuova S.S. 106? E’ quello che si dice in giro ed è quello che temono quanti, da tempo disoccupati, aspettano con ansia l’apertura dei cantieri per assicurarsi un posto di lavoro e quanti, a vario titolo, aspettano il passaggio di questo ultimo treno, ritenuto in grado, attraverso tutto l’indotto, di vivacizzare e dare una boccata di ossigeno all’economia locale. Basta infatti dare uno sguardo al sito istituzionale del ministero dell’Ambiente, a cui come è noto è demandato il compito di dare il via ai lavori e quindi ad indire la Conferenza dei Servizi per la cantierizzazione dell’opera, per accertarsi che sul tavolo del Ministero sono arrivate oltre 300 istanze, da parte di enti locali e di privati cittadini, che chiedono al Ministero di bloccare i lavori e di verificare a fondo la compatibilità ambientale dell’opera. Di fronte a tutte queste resistenze il ministero potrebbe infatti decidere il congelamento dei lavori e, visti i tempi che corrono, anche di dirottare altrove i finanziamenti, anche perché le voci di quelli che sono favorevoli alla realizzazione dell’opera, sia per la ricaduta occupazionale che per interrompere finalmente la catena delle vittime falcidiate dalla tristemente nota strada della morte, sono molto più poche di numero e molto più flebili nei decibel. A parte la tenacia dell’ingegnere Fabio Pugliese, lo strenuo difensore delle vittime della S.S. 106, autore del libro tematico “Chi è Stato?”, che continua quotidianamente a chiamare alle proprie responsabilità i decisori istituzionali, pochi altri, enti locali e privati cittadini, si fanno sentire ritenendo prioritaria l’esigenza di realizzare l’adeguamento della S.S. 106 per accrescere il livello di sicurezza di un’arteria elevatasi nel corso degli anni al ruolo di serial-killer. Di fronte e tutte queste resistenza pare che l’Anas sia disposta a ritornare sui suoi passi. Risultano infatti incoraggianti le voci provenienti dal quartier generale dell’Anas che, anche a seguito anche della lodevole concertazione istituzionale, pare voglia venire incontro alle richieste dei sindaci e dei possessori dei terreni, accogliendo gran parte delle opere compensative richieste dai comuni e soprattutto riducendo il più possibile l’impatto ambientale e lo sfregio del territorio, evitando così, contemperando le esigenze degli uni e degli altri  di alimentare contrapposizioni e conflitti sociali. Secondo voci molto attendibili provenienti da Roma l’Anas sarebbe infatti disposta a ri-abbassare “la livelletta” del profilo stradale, ad accogliere così gran parte delle richieste dei comuni ed a trasformare in gallerie artificiali gran parte dei tratti stradali che il progetto definitivo prevedeva “in trincea”. Con le gallerie artificiali il territorio verrebbe “offeso” solo in profondità e verrebbe invece salvaguardata la continuità territoriale e ne guadagnerebbe anche l’impatto estetico dell’opera. Il passo indietro dell’Anas sarà in grado di stemperare le tensioni e accelerare i tempi della Conferenza dei Servizi? E’ presto per arrivare a queste conclusioni, ma è quello che si augurano un po’ tutti.
     Pino La Rocca 


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