Agevolata dalla giornata quasi primaverile che ha incoraggiato molta gente a salire sulla omonima collina, si è festeggiato anche quest’anno l’incontro, semplice e spontaneo, dei trebisaccesi con San Giuseppe, l’umile falegname di Nazaret che conta tantissimi devoti, e non solo nella cittadina jonica. La festa del padre putativo di Gesù Cristo ormai non fa parte del calendario delle festività civili, ma Trebisacce, ancorata saldamente alle sue tradizioni, non cessa di far sentire il proprio gradimento per una festa popolare e bucolica che segna l’incontro col Santo ma anche con la natura del posto ricca di verde e di fiori di campo, oltre che di un panorama mozzafiato. Un tempo gran parte della popolazione locale, complice la giornata festiva, si trasferiva, a piedi e di buon mattino, sulla collina di San Giuseppe e vi trascorreva tutta la giornata immersa in una natura incontaminata. Oggi la tradizione bucolica e anche mangereccia è stata ereditata dai giovani che, sacco in spalla, di buon mattino e a frotte, invadono la collina dando vita ad una bella scampagnata all’aria aperta. Il pomeriggio invece anche quest’anno è stato riservato alla festa religiosa con la celebrazione della Santa Messa e la solenne processione accompagnata dalla musica della Banda città di Trebisacce, durante la quale il Santo viene stato portato a spalla in un’ala di folla festante lungo le stradine che si snodano attorno alla Cappella. Poi la tradizionale “riffa” organizzata dal comitato-festa ed al termine occhi puntati al cielo per ammirare i tradizionali fuochi pirotecnici che punteggiano il cielo di mille colori.
Pino La Rocca