La Fidapa di Trebisacce (presidente Lucrezia Angiò) ancora una volta ha fatto centro riuscendo a convogliare alla Mostra dei Presepi, che si è aperta come consuetudine il giorno dell’Immacolata presso il Miramare, tanti artisti e tantissimi visitatori, tutti interessati ad ammirare la varietà e la bellezza del Presepe, quello cioè che da oltre 2.000 anni rappresenta la rievocazione artistica del più grande avvenimento della storia: la nascita, a Betlemme, sotto la dominazione dell’Imperatore Augusto, di Gesù Cristo, figlio di Dio che, secondo i cristiani, si è fatto carne per salvare l’uomo dal peccato scegliendo di nascere in una fredda grotta. Una rappresentazione simbolica, quella del Presepe che, idealmente, ripropone gli importanti valori morali della cristianità e, visivamente, il rispetto e l’amore per la natura creata da Dio (il cielo stellato, le montagne, i corsi d’acqua, le figure umane dei pastori raffigurati nel presepe e gli animali, chiamati anche loro (il bue, l’asinello, le pecorelle…) a popolare e animare la scena della Natività. Lo sforzo sinergico delle “signore” della Fidapa è stato dunque premiato ancora una volta dall’alto gradimento registratosi già all’apertura della Mostra che resterà aperta fino a mercoledì 11 per poi trasferirsi in altri paesi dove certamente continuerà ad avere successo, perchè quella del Presepe è una tradizione natalizia genuinamente italiana e non consumistica, profondamente radicata nella cultura popolare del nostro Paese. L’invito di partecipare alla Mostra è stato infatti raccolto da tantissimi artisti, privati cittadini provenienti anche dai paesi vicini (anche da Corigliano e Castrovillari) e dalle scuole di ogni ordine grado che hanno assecondato la vena artistica di docenti e studenti. Senza volere far torto a nessuno, hanno suscitato grande ammirazione ed interesse i personaggi realizzati in legno naturale (ulivo, acero, noce…) dall’artista Domenico Mitidieri di Alessandria del Carretto che ha saputo dare alla sue creature non solo bellezza estetica ma anche l’espressione serena e felice di chi partecipa alla sarcra rappresentazione della notte del 25 dicembre.
Pino La Rocca