Senza una reale visone di territorio, all’Arco Jonico spetteranno solo briciole.
Correva l’anno 2021 quando, in un mio editoriale, scrivevo dei possibili benefici derivanti a tutto l’Arco Jonico dalla realizzazione di un’opera pensata a cavallo degli anni ’80: la bretella di Thurio. Purtroppo, al tempo, l’argomento destò poco interesse nelle nostre Classi Dirigenti. C’è da dire che le Popolazioni joniche erano e sono talmente disabituate a servirsi di mezzi su ferro che in tanti, Amministratori compresi, disconoscevano cosa fosse un’infrastruttura del genere. In verità, ancora oggi, in molti, neppure immaginano cosa sia la bretella di Thurio e per quale motivo la sua eventuale realizzazione rappresenterebbe un punto di svolta nella mobilità ferroviaria per tutto il vasto ambito compreso tra Corigliano-Rossano e Crotone più relative aree interne (oltre 250mila abitanti). Aggiungo che, se non avessi ritenuto l’argomento meritevole d’approfondimento, non avrei dedicato un paragrafo del capitolo “mobilità” all’interno del mio libro “La baia della Magna Graecia” all’infrastruttura in questione.
Tornando al nocciolo della questione, negli ultimi giorni, la stampa ci ha deliziato con una serie di comunicati avversi all’idea di realizzazione di un deviatoio ferroviario. Non che la cosa mi stupisca, si intende. Lungo lo Jonio siamo particolarmente bravi a farci la guerra tra poveri. Tuttavia, tacciare l’opera come la narrazione del de profundis per la stazione di Sibari è alquanto surreale. Vieppiù, denota una spiccata tendenza ad una fantasia immaginifica sugli sviluppi che tale operazione avrebbe per quelle Comunità poste a nord di Sibari.
È bene ricordare che infrastrutture similari esistono da tempo immemore sia nella valle del Crati (Bivio Sant’Antonello), sia sul Tirreno (asta di San Lucido). Se oggi il FrecciaRossa Sibari-Bz impiega circa 50 minuti tra Sibari e Paola, anziché 1.15h, si deve al bypass delle stazioni di Castiglione Cosentino e Cosenza. Questo sistema di convogliamento dei treni, inoltre, non è aduso solo in Calabria. Su diversi punti della linea AV To-Sa sono state create aste che consentono ai treni di evitare rotture di carico (cambio di marcia). Si pensi alla stazione di Napoli Afragola, realizzata su un deviatoio ferroviario che permette ai convogli di evitare ingresso ed uscita da Napoli Centrale. Quanto descritto si traduce in un risparmio netto di circa 30 minuti sui tempi di percorrenza da e per Roma. Si pensi alla futura stazione di Firenze Belfiore, anche questa progettata su un tronco ferroviario che consentirà di accorciare i tempi verso Bologna di quasi 20 minuti.
Ritornando alle nostre latitudini, ormai sempre più lande desolate e depresse e terre povere finanche di idee e progettualità migliorative, l’oggetto del contendere — se progettato come asta con ampio raggio di curvatura (dall’ex Posto Movimento di Thurio alla ex stazione di Cassano) — ridurrebbe i tempi di percorrenza tra Crotone e la tirrenica dalle attuali 3h circa a poco più di 2h.
Ho parlato di ampio raggio di curvatura poiché, ad oggi, si sta facendo confusione sull’idea progettuale. A tal riguardo, il chiarimento fornito dal Sindaco Papasso, su alcuni dettagli tecnici dell’operazione che RFI intenderebbe realizzare, risulta abbastanza esaustivo.
Partiamo dal presupposto che la lunetta di Sibari e la bretella di Thurio non sono la stessa cosa. La prima ipotesi è una progressiva ferroviaria di circa 3 km. Avrebbe un costo abbastanza contenuto, ma non consentirebbe ai treni di accedervi alla medesima velocità esercitata lungo il resto del tronco ferroviario. Pertanto, il vantaggio di evitare il cambio banco nella stazione di Sibari, sarebbe sostanzialmente vanificato da un eccessivo rallentamento dei treni a causa del gomito che si creerebbe in curva. Il risparmio di tempo nella percorrenza, quindi, si limiterebbe ad una manciata di minuti. Nel secondo caso, invece, la curvatura di percoso (circa 10km) sarebbe quasi impercettibile ed i treni potrebbero mantenere la medesima andatura registrata sul binario jonico. Sicuramente andrebbe messo in cantiere qualche euro in più per la sua realizzazione. Bisognerebbe scavalcare il Crati, la vecchia statale 106 e superare la nuova ss531 in corrispondenza del tratto prossimo al nuovo adeguamento sulla futura variante stradale Sibari/Corigliano-Rossano. L’investimento, però, risulterebbe sempre irrisorio rispetto alla mole di finanziamenti che verranno catapultati nella realizzazione della AV tirrenica.
La creazione della bretella, altresì, consentirebbe ulteriori vantaggi. Intanto, la rimessa in esercizio della dismessa stazione di Cassano Jonio. Ordunque, considerato che il terzo megalotto 106 si raccorderà alla statale 534 a meno di 1km in linea d’aria dalla ex stazione di Cassano, gli avventori provenienti da nord sarebbero messi in condizione di raggiungere il rigenerato scalo in minor tempo rispetto a quanto si impiegherebbe per arrivare alla stazione di Sibari. Si creerebbero, quindi, le condizioni per un embrione di reale intermodalità ferro-gomma. Parlo di raggiungimento dello scalo da nord su gomma poiché, fino a quando la Politica non si impegnerà a trovare linee d’accordo tra Calabria e Basilicata, le stazioni comprese tra Metaponto e Sibari, continueranno ad essere servite solo da mezzi sostitutivi. Quanto riferito perché le due menzionate stazioni rappresentano servizio di testa per le relative Regioni. Ancora, la realizzazione di una stazione mediana tra aree urbane di Corigliano-Rossano, nei pressi del costruendo nuovo ospedale, permetterebbe di immaginare un’unica fermata dei treni veloci per la Città, lasciando le attuali stazioni al solo traffico locale. Fatto comunque non trascurabile, Sibari continuerebbe ad essere lo snodo ferroviario per tutti i flussi di traffico provenienti dall’Adriatica e diretti verso la Tirrenica e la Jonica sud e viceversa.
In relazione a quanto descritto, è importante che le due principali realtà urbane dell’Arco Jonico facciano squadra. Le esigenze di mobilità di tutto il vasto territorio compreso tra la valle del Trionto e quella del Neto dipendono da come Crotone e Corigliano-Rossano riusciranno a giocare la loro comune partita. L’illustrato discorso vale, anche e soprattutto, riguardo alla futura linea di tracciato che di deciderà intraprendere per la prevista AV Sa-Rc. Di certo, è surreale che nessun Amministratore del Crotonese abbia proferito parola sulla sciagurata ipotesi di revisione del tracciato AV. Tuttavia, non è ancora troppo tardi per ravvedersi, prendendo posizioni univoche e rispettose delle relative municipalità. Convincerci, d’altronde, che un’opera come la lunetta di Sibari equivalga ad un’idea come la bretella di Thurio, è il classico gioco centralista con il quale ci propinano molliche presentandole come caviale. Del resto continuare con le asservite politiche degli ultimi decenni, esercitate dal Crotonese e dalla Sibaritide ai rispettivi centralismi, non mi sembra abbia arriso particolarmente ai richiamati contesti.
Domenico Mazza