Domani, giorno del 34 esimo compleanno di Ilaria Gentile, la giovane assessore comunale deceduta tre mesi orsono per un male incurabile, tutti, giovani e non, si ritroveranno all’interno della Parrocchia dedicata alla Madonna della Salute ad Amendolara Marina,
per il secondo incontro e per vivere in suo nome la Via Crucis dedicata alla pace, quella pace che Ilaria tanto amava e custodiva nel suo cuore e che donava gratuitamente a tutte le persone che incontrava, e che ora vogliono mantenere indelebile il suo ricordo, “predicando” le opere e le azioni che lei ha lasciato in eredità ai suoi coetanei e alle future generazioni. E i primi segni di questo breve ma intenso passaggio terreno, iniziano già a vedersi. Una giovane coppia del paese delle Mandorle, della Secca e della Stazione zoologica, Rocco e Mary, hanno voluto dare il nome Ilaria alla loro primogenita,
«per onorare la memoria della nostra amica», come loro stesso hanno affermato. E nei prossimi giorni, stessa cosa accadrà a Roseto Capo Spulico, dove Maria e Vincenzo, chiameranno Ilaria, il frutto del loro amore, che andrà a far compagnia alla sorellina Morena. «In cielo ho un’amica che non dimenticherò mai. E mia figlia porterà il suo nome», ha detto Maria. Insomma Ilaria fa ancora parlare di sè. Anche post mortem. Perchè vive nei cuori e nella mente di chi l’ha conosciuta, amata ed apprezzata. Proseguiranno intanto, come detto, domani sera alle ore 21 gli incontri del Gruppo di Preghiera dedicato alla giovane mamma che si è addormentata per sempre, pronunciando una frase che ha fatto assai meditare, e che ben rispecchia la sua religiosità. Chiudendo gli occhi in un lettino d’ Ospedale, il 18 Dicembre dell’anno scorso alle ore 20.45, Ilaria Gentile pronunciò queste parole, prima di chiudere gli occhi: «Lassù il Cielo è di un azzurro bellissimo. C’è san Francesco e san Michele». Così ha sussurrato alla sorella maggiore Mariagrazia, alla quale ha voluto affidare in maniera particolare sua figlia, «Teta ti raccomando Ohana, crescila come fosse tua figlia», la “visione” del suo passaggio a miglior vita, con il poverello d’Assisi e il Principe delle Misericordie, il psicagogo, che vicino alla Madonna, protagonista del Giudizio individuale, l’ha condotta verso il Trono di Dio, in quel Paradiso riservato alle anime buone che possono godere in eterno, della Luce e della Pace del Salvatore. Una similitudine bella e buona, che rievoca e ricorda, lo stesso momento vissuto dalla Regina dell’Universo, raccontato da San Gregorio di Tours nei suoi scritti. Il Vescovo Santo infatti, descrivendo l’Assunzione in Cielo della Vergine Maria, mostra la Madonna che sale al Cielo col Suo corpo nel giorno dell’Assunzione, e viene accolta da San Michele che la conduce nel posto reale che è il Suo. Ritornando ad Ilaria, a tre mesi dalla sua dipartita, per la comunità di Amendolara, è sempre più viva ed indelebile la sua memoria. «La mia mamma è andata in Cielo con gli Angeli. E lei è ora il mio angioletto, che mi guida e protegge», ha detto la figlia, la piccola Ohana, 3 anni, tra le braccia del padre Francesco, con il viso rigato dalle lacrime, costernato per la perdita dell’amata consorte, da lui stesso definita, «la gioia della mia vita». Mamma Anna, papà Giuseppe e il fratello Rocco e la sorella Mariagrazia, stremati dal terribile dolore, «che ha spezzato per sempre il nostro cuore», hanno accettato, da buon cristiani, «il sacrificio che il Signore ci ha chiesto, pur consapevoli che senza Ilaria la nostra vita non ha più senso, e l’unica ragione per continuare a vivere è Ohana, che lei ci ha donato ed ha messo al mondo, e che ha bisogno di infinito amore per crescere e diventare donna». Anche il Vescovo della Diocesi di Cassano, mons. Francesco Savino, che ha presieduto la celebrazione del Trigesimo della compianta donna, ha voluto ricordare Ilaria, mettendo in risalto la maniera in cui ha affrontato la sua malattia, con assoluta fede,
abbandonandosi totalmente alla volontà divina. «Più volte avevo parlato di lei a Papa Francesco, e il Santo Padre voleva incontrarla», ha detto ancora il Vescovo fatto Popolo. Che ha aggiunto. «Avevamo programmato l’udienza a Santa Marta, ma purtroppo l’emergenza sanitaria ci ha bloccati».Il ricordo della 33enne, resta ben custodito nel cuore di tanti giovani e anche di molti anziani, tutti amici che, provenienti anche da altri paesi limitrofi, ogni mese, dopo cena, si ritrovano a pregare insieme. Forte è il desiderio di restare fedeli alla sua volontà- ha chiosato il suo padre spirituale don Nicola Arcuri- che presagendo il suo passaggio alla “casa del Padre”, con sorriso ironico, ma con uno sguardo composto, ha lasciato un piccolo testamento al suo confessore: «Se il Signore dovesse chiamarmi, non voglio strade o edifici che portano il mio nome, ma piuttosto, dite a tutti i miei amici, che se vogliono rendermi felice, formassero un gruppo di preghiere». Il compianto
assessore comunale alla famiglia, pubblica istruzione e cultura, nonchè catechista parrocchiale, ben sapeva che i gruppi di preghiera, in una comunità, sono grandi motori di spiritualità all’interno della Chiesa, per mantenere vivo, soprattutto in tempi difficilissimi come quello attuale, lo spirito della preghiera, il gusto dell’orazione e l’educazione alla vita spirituale.
Un gruppo di preghiera è chiamato sempre, in ogni tempo- ha proseguito don Nicola- a sfidare le stagioni delle ideologie e quelle del materialismo, per tramandare senza ambizione, la genuina tradizione cristiana.
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Rocco Gentile