Certamente, il Movimento Cinque Stelle “non conosce molto la diplomazia” e quando si esprime, sopratutto nei confronti dell’Esecutivo, usa sempre termini “piuttosto forti” per andare dritto allo scopo. Quello di cui si parla è un discorso indirizzato al sottosegretario Baretta che si sta occupando di trovare una soluzione per la riforma del settore dei giochi e dei casino online in accordo con le Regioni e gli Enti Locali.
Dunque, il M5S invita, in poche parole, il sottosegretario a ridurre il gioco senza “ricattare” Comuni e Regioni, vincolando la riduzione del 30% delle slot alla sottoscrizione dell’accordo che comporterebbe la completa limitazione dei poteri degli Enti Locali, alla quasi totale rinuncia di ciò che gli stessi hanno raggiunto in questi anni con i vari regolamenti ed ordinanze sul gioco messe in atto per “organizzare” e “distribuire” sul territorio il gioco d’azzardo che sta vivendo “senza alcuna normativa” da parte del Governo centrale.
Non si può negare che il termine “ricatto” sia una parola alquanto forte, ma è proprio ciò che è stato detto dal Movimento quando si riferisce alla firma dell’accordo per la riforma del mondo del gioco pubblico da parte degli Enti Locali che così “decadrebbero dal loro potere” in cambio della diminuzione del gioco sul territorio. Ma così facendo il Governo, sempre secondo i Cinque Stelle, recupererebbe una contropartita importante che favorirebbe le lobby del gioco!
Lo stesso Movimento, e sempre con la stessa veemenza che ormai si è abituati a sentire da questo schieramento politico, aggiunge che la riduzione dell’offerta del prodotto gioco, senza la sostituzione delle apparecchiature da intrattenimento, è contemplata negli impegni previsti sia nella Legge di Stabilità del 2015 che in quella del 2016 e tale argomento non c’entra nulla con quello di cui si sta discutendo da tanti mesi in Conferenza Unificata.
Quindi, alla fine e senza fare ricatti ed “il gioco delle tre carte”, che il Governo Gentiloni (che è indubbiamente un Renzi bis) dia corso concreto alla riduzione senza sostituzione delle slot machine, come previsto e come più volte promesso senza richiedere contropartite “oscene” agli Enti Locali. E si aggiunge ancora dai Cinque Stelle che se questo accordo “non s’ha da fare” è esclusivamente perché alcune Regioni ed alcuni Comuni “si sono accorti del trucco e non ci stanno” a sottostare a “questo gioco”.
Continua questa querelle a distanza tra il Movimento e Baretta che vorrebbe convincere le Regioni a “cedere” i loro poteri, sottolineando (Baretta) che “Senza accordo con le Regioni cade la riduzione delle slot e dei casino online con bonus”: vanta così come virtuosa la sua proposta (sempre Baretta), ma intanto è proprio lui che vuole tenerla “oscura” non rendendola pubblica ai cittadini.
Le Regioni, se si conosce un poco il mondo del gioco pubblico, non hanno bisogno dell’accordo con l’Esecutivo per ridurre le slot, poiché le leggi regionali, i regolamenti e le ordinanze che i “Comuni virtuosi” stanno mettendo in campo su tutto il territorio nazionale, hanno già la funzione di limitare l’offerta di gioco, gli orari di funzionamento degli apparecchi ed in generale dei servizi correlati, come scommesse ed altro. Quindi, perché sottoscrivere un accordo? Ma questo, senza dubbio, il M5S lo sa perfettamente, come pure lo sa assai bene anche il sottosegretario Baretta, solo che “fa finta” di non saperlo.