Limitare il dibattito politico sul problema dell’aumento della TARI (tariffa rifiuti solidi urbani) alla ricerca delle responsabilità altrui sminuisce l’importanza dell’argomento e si ragiona nella consapevolezza che i cittadini sono poco attenti e accettano tutto quello che si dice, senza valutare le situazioni.
Le responsabilità sono da addebitare nella logica di chi ha inteso il governo del nostro territorio solo ricercando il consenso personale.
Negli anni abbiamo ascoltato la solita strofa “noi non abbiamo aumentato i tributi”. Si è volutamente cercato di trasferire la questione ad altri, pur essendo consapevoli che la situazione alla fine sarebbe esplosa. Adesso la situazione è esplosa! E l’unica giustificazione che viene comunicata è dire che la colpa non è dei governanti di Cassano ma del Commissario Prefettizio e della Regione Calabria.
Il problema dei rifiuti a Cassano, invece, è la consacrazione di un processo culturale e politico volutamente e artatamente bloccato dai nostri amministratori perché non portava a un immediato consenso elettorale.
Si sono avute risorse (€ 4,7 milioni di euro, i cosiddetti fondi Syndial) da poter investire sulla raccolta differenziata che avrebbe sicuramente avviato un processo virtuoso sia in termini ambientali, economici che occupazionali, ma si è pensato di utilizzarle diversamente.
Solo chi ha una visione corta della politica e dei processi futuri non è riuscito a comprendere che il beneficio dovuto dalla presenza di una discarica controllata sul proprio territorio aveva tempi stabiliti e che quindi i benefit presto si sarebbero esauriti. La “bravura” di chi ci ha amministrato e ci amministra non è stata sola quella di non trasformare i rifiuti in risorsa, ma di acquisire il consenso dei cittadini, delle forze sociali, politiche e culturali che parlano tanto di difesa dell’ambiente.
Molti ricorderanno, certamente, le battaglie fatte contro il conferimento degli altri comuni nella discarica in contrada La Silva e la costituzione di un comitato, dove faceva parte anche l’attuale Sindaco, che impegnava le forze politiche ad attivarsi per una politica ambientale che vedeva come primo obiettivo l’attivazione della raccolta differenziata. Tranne qualche sporadico intervento, nessuno ha più sollecitato l’Amministrazione Comunale ad attivare seriamente la raccolta differenziata. Si è solo pensato a incamerare i proventi derivanti dalla Regione Calabria.
Eppure la Regione Calabria con delibera n. 322/2014 avvertiva che la mancata ottimizzazione, da parte dei comuni, della raccolta differenziata, prevista dalla legge, aveva pregiudicato l’ordinario funzionamento del sistema regionale dei rifiuti determinando maggiori carichi di lavoro per gli impianti. Evidenziava, inoltre, nella delibera, una rimodulazione della tariffa al fine di differenziarla in funzione delle frazioni merceologiche “tal quale” e “organico” RD, così da spingere la raccolta differenziata. Il Dirigente Generale Regionale dell’Ambiente con una nota urgente del 06.04.2016 trasmetteva al comune di Cassano allo Ionio, l’entità della tariffa da corrispondere in funzione del livello di raccolta differenziata, come già era stato comunicato con nota prot. SIAR 71022 del 05.03.2015. Ora poiché a Cassano non si raggiunge nemmeno il 25% di raccolta differenziata, l’entità della tariffa è aumentata di circa il 60%.
La situazione è ancora più grave di quanto si possa pensare, poiché oltre all’aumento dovuto per la mancata attivazione della raccolta differenziata, il costo del servizio è aumentato di circa 500.000 euro.
L’aumento del costo del servizio deriva dal fatto che noi continuiamo a produrre sempre la stessa quantità di rifiuti indifferenziati e siamo costretti a smaltirli in altre discariche. Per capirci meglio l’attivazione della differenziata avrebbe prodotto minori rifiuti indifferenziati e, quindi, costi minori. Una politica lungimirante avrebbe utilizzato una parte dei fondi Syndial per un nuovo sistema di raccolta nel segno di un modello di sviluppo sostenibile che recupera le risorse anziché continuare a disperderle. Oggi ci troveremmo nella condizione ottimale di pagare di meno sia la tariffa da corrispondere alla Regione e sia il servizio di smaltimento.
L’aumento della tariffa provoca disagi nelle famiglie, in una realtà, dove la crisi economica ha già prodotto disoccupazione e difficoltà nel rispettare le scadenze dei tributi.
E’ necessario che si prenda atto che la politica della spesa finalizzata al soddisfacimento dei singoli bisogni e non a quelli collettivi ha portato sicuramente al consenso personale ma nessun beneficio per il nostro territorio.
Cassano allo Ionio, 09.11.2016
Il Consigliere Comunale
Franco Tufaro