Il Tribunale amministrativo regionale della Calabria ha sospeso l’ordinanza del sindaco di Cassano allo Ionio con la quale si precludeva la possibilità di trivellare alla ricerca di gas o petrolio nell’alto Ionio cosentino. I giudici del Tar di Catanzaro hanno così accolto l’istanza presentata dalla società Apennine Energy S.p.A. e fissato per il prossimo 29 giugno la trattazione nel merito del ricorso.

La società era difesa dagli avvocati Andrea Leonardo Pedeferri e Giuseppe Cordedda, mentre il comune di Cassano era rappresentato dall’avvocato Rocco Guarino. L’ordinanza è stata sospesa perché “il provvedimento adottato dal primo cittadino, oltre che incidere sulla sfera di competenza di altre amministrazioni e ripercuotersi sugli effetti di provvedimenti amministrativi adottati in precedenza, risulta assunto in assenza dei presupposti di urgente necessità previsti dalla legge, in quanto il rispetto del principio di precauzione, ripetutamente invocato dall’organo sindacale, non può condurre a considerare gravi pericoli per l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana ovvero emergenze sanitarie o di igiene pubblica i paventati effetti sull’ecosistema e sulla salute dell’attività di esplorazione, ricerca ed estrazione degli idrocarburi svolta dalla società ricorrente”. Inoltre per il Tar la valutazione degli effetti richiamati nell’ordinanza “è avvenuta in assenza di un supporto istruttorio di carattere tecnico scientifico, in quanto la motivazione del provvedimento risulta sostanzialmente affidata al richiamo di studi, documenti e circostanze che non possono fornire alcuna dimostrazione in ordine alle conseguenze nel caso concreto dello svolgimento dell’attività di cui si tratta”. I giudici hanno, altresì, considerato che “il pregiudizio grave e irreparabile è correlato alla preclusione all’esercizio dell’attività economica della società ed è reso ancora più evidente dal fatto che l’attività in questione viene interdetta a tempo indeterminato”.