Ucciso da un malore mentre faceva sesso con una prostituta. È accaduto nella giornata di venerdì scorso, a Corigliano Calabro, ma la notizia, pur se con estremo riserbo, è trapelata soltanto nella giornata di ieri. Il singolare fatto di cronaca è avvenuto in un appartamentino di Schiavonea, la popolosa frazione della marina coriglianese, da anni ormai considerata il “paradiso” dell’amore a pagamento nell’intera provincia di Cosenza.
Durante il rapporto sessuale con la giovane “squillo” di nazionalità rumena, il cliente, un impiegato 59enne residente a Cosenza, ha accusato l’improvviso quanto inaspettato malore ed è morto proprio tra le braccia della ragazza. L’uomo con ogni probabilità è stato colpito da un infarto. L’allarme è stato lanciato dalla stessa prostituta.
Sul posto sono subito intervenuti medici e sanitari del 118 ed i carabinieri della locale Compagnia, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dello sfortunato cinquantanovenne. Ai militi dell’Arma è invece toccato di chiarire una vicenda già fin troppo chiara. Ossia che l’uomo era spirato per morte naturale.
Dalle poche notizie trapelate, pare che la vittima fosse un cliente abituale della giovane rumena, che all’occorrenza dalla stessa veniva contattata telefonicamente. Il drammatico quanto triste episodio di cronaca s’inserisce nell’ormai consolidato contesto del mondo della prostituzione nel Coriglianese. Con decine e decine di giovani donne straniere che proprio nella più popolosa cittadina dello Jonio cosentino hanno trovato “casa” per condurre – in modo pressoché indisturbato – la loro lucrosa attività. A volte sfruttate da spietate gang di malavitosi quasi sempre di nazionalità rumena o albanese – in particolare le ragazze che s’offrono agli automobilisti in transito lungo il serpentone stradale della Statale 106 jonica – altre volte organizzate in modo del tutto autonomo attraverso ammiccanti annunci accompagnate dalle loro foto sui vari social network attivi in Internet.