La stagione agrumaria è ormai alle porte, a partire dal prossimo mese di novembre chi commercializza agrumi si organizza per raccogliere, lavorare e spedire il prodotto che poi approderà nei principali mercati ortofrutticoli nazionali. Come sta avvenendo ormai da diversi anni sarà il clementine l’agrume che sarà maggiormente commercializzato, tenuto conto che, purtroppo, per quanto riguarda le arance qui nel coriglianese, come d’altronde nella piana di Sibari, è un prodotto poco commercializzato.
L’avvio della stagione agrumaria fa venire alla luce il triste fenomeno della illegalità, infatti nella Sibaritide già in passato sono emersi i pericolosi intrecci tra criminalità organizzata ed economia illegale, con l’evidenza del fenomeno del caporalato. “In provincia di Cosenza – spiega Giuseppe Patania responsabile della direzione regionale del lavoro della Calabria – l’approccio è di elusione giuridica. Ci sono società, cooperative senza terra, nella Sibaritide, che apparentemente sono finalizzate ad altre attività mentre in realtà forniscono illecitamente manodopera alle altre consorziate. L’ispettore del lavoro verifica i presupposti e disconosce la cooperativa e contesta la somministrazione. Ma il fenomeno è per noi solo giuridico”. Nella scorsa stagione agrumicola in provincia di Cosenza sono stati eseguiti controlli in due periodi. Nel gennaio di quest’anno sono state ispezionate 14 aziende di cui 9 irregolari (64%), le posizioni lavorative verificate sono state 105, di cui 58 irregolari e 33 totalmente in nero (57%), in totale sono stati adottati 66 provvedimenti amministrativi per sanzioni ammontanti a poco meno di 145mila euro. Il secondo intervento è stato svolto a febbraio con la verifica di 18 aziende di cui 15 irregolari (83,3%), le posizioni lavorative verificate sono state 65 di cui 54 irregolari (72%) e 30 totalmente in nero (55%). I provvedimenti amministrativi sono stati 91 per un importo delle sanzioni pari a 137mila euro. «Il contrasto al caporalato -conclude Patania- non può essere risultato di un’azione di verifica solo con attività ispettiva amministrativa ma richiede un impegno multiforze, con l’intervento della magistratura e delle forze dell’ordine”. In effetti va detto che soprattutto la massiccia presenza di manodopera straniera, di fatto aumenta in maniera esponenziale il fenomeno, tenuto conto che molti dei lavoratori non italiani impiegati nella raccolta degli agrumi, giungono qui a Corigliano e nella piana solo per questo periodo, dopo vanno via, e la loro presenza in maniera consistente fa registrare fenomeni di illegalità diffusa, anche per ciò che concerne i posti dove questa gente viene sistemata. Nonostante paghino cifre sicuramente non basse, sono costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie molto precarie, purtroppo, molti di loro, invece, sono costretti a rifugiarsi in autentici ripari di fortuna.
Giacinto De Pasquale