ORIOLO – «Altro che dimissioni, è lei che deve farsi definitivamente da parte e accantonare la sua ostinazione a voler diventare sindaco di Oriolo, perché gli elettori l’hanno bocciata sonoramente per ben due volte». Arriva puntuale e perentoria la risposta dell’amministrazione comunale in carica al capo-gruppo di Minoranza e segretaria del Circolo cittadino del PD Simona Colotta che, nel corso di un recente comizio di piazza, facendo il punto dopo il primo anno di mandato, aveva accusato l’esecutivo in carica di essere inadeguato, di non avere alcun progetto per la città, nè riferimenti politici a cui ispirarsi e quindi di rimettere il mandato nella mani degli elettori. «L’esecutivo in carica guidato dal sindaco Giorgio Bonamassa – si legge nella nota della Maggioranza – ha un’agenda densa di progetti per Oriolo ed è impegnato su più fronti, a cominciare dal problema della frana che nella primavera scorsa ha spaventato e messo a rischio il paese». A questo proposito l’esecutivo vanta il merito di aver incassato il parere favorevole del Governo che ha stanziato i primi fondi per la messa in sicurezza del paese. Così come vanta il merito di aver ottenuto l’inserimento di Oriolo, come unico paese dell’Alto Jonio cosentino, tra i “Borghi più belli d’Italia”. «Nel momento in cui le amministrazioni comunali hanno bisogno di coesione, – recita ancora il documento rivendicando il merito di aver aperto il capitolo dei prodotti De.Co. – l’ultima uscita della consigliera di Minoranza Simona Colotta è apparsa pretestuosa e stridente con le dichiarazioni quotidiane del sindaco di apertura nei confronti dell’Opposizione. E’ chiaro – conclude il documento – che la situazione dei piccoli comuni nella gestione della “cosa pubblica” è alquanto difficoltosa anche e soprattutto per via dei tagli che il Governo Renzi impone ai centri sotto i 3mila abitanti. «Certo noi non abbiamo la bacchetta magica per amministrare, ma puntiamo sulla programmazione. I conti, poi, li faremo alla fine, quando sarà il popolo a decidere e non certo i processi sommari nelle piazze, che tanto ricordano certi regimi autoritari».
Pino La Rocca