Lo “scippatissimo” sistema sanitario del comprensorio jonico sibarita subisce un nuovo grave, gravissimo, torto. Questa volta l’attacco riguarda la Farmacia territoriale di Corigliano Calabro che insiste nei locali del distretto sanitario Jonio Nord e che comprende ben ventidue Comuni: Amendolara, Albidona, Alessandria del Carretto, Canna, Cassano Jonio, Castroregio, Cerchiara di Calabria, Corigliano Calabro, Francavilla Marittima, Montegiordano, Nocara, Oriolo Calabro, Plataci, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spulico, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, San Lorenzo Bellizzi, Trebisacce, Vaccarizzo Albanese e Villapiana.
Da domani primo ottobre, infatti, gli utenti non troveranno più il dispensario farmaceutico aperto dal lunedì al venerdì negli appositi canonici orari. Bensì, come recita l’avviso affisso sulla bacheca a Corigliano (foto) e nelle altre sedi del distretto sanitario, soltanto due giorni a settimana: il martedì e il giovedì, dalle ore 9 fino alle 13 e dalle 15 fino alle 17.
Un altro “effetto”, dunque, dell’incomprensibile razionalizzazione dei servizi sanitari pubblici nell’importante quanto vastissimo comprensorio. Alla farmacia territoriale dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza sono loro malgrado costretti a fare ricorso fasce d’utenza affette da patologie particolarmente gravi, che richiedono farmaci molto costosi che il servizio sanitario pubblico (ancora per quanto?) garantisce.
Si tratta, a ben vedere, d’un servizio pubblico importante e fondamentale, anzi vitale, per una fascia d’utenza che, purtroppo, con l’aumento progressivo soprattutto delle patologie tumorali, tende sempre più ad aumentare. E L’Asp ne riduce da cinque a due i giorni d’apertura.
Il provvedimento reca la firma dell’attuale commissario dell’Asp cosentina, Gianfranco Filippelli. I sindaci dei ventidue comuni interessati con ogni probabilità non ne sono informati, lo ignorano. Eppure l’effetto negativo, anzi deleterio, anzi ancora mortificante, che esso dispiegherà, comincerà proprio dalla giornata di domani. Sarebbe ora che tutti i sindaci del comprensorio aprissero una vertenza complessiva “vera” e non estemporanea contro la martellante e continua spoliazione di strutture e di servizi sanitari essenziali alle popolazioni da essi stessi amministrate.