Ha risposto a tutte le domande formulategli dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Annamaria Grimaldi, il 48enne agente di commercio di Rossano V.A., coniugato e con figli, accusato di stalking, violenza privata e minacce dal sostituto procuratore Simona Manera a seguito della denuncia presentata nei confronti dell’uomo ai poliziotti del Commissariato di Rossano da parte dell’ex amante – una 55enne coniugata e con figli di Corigliano Calabro – maturata dopo la diffusione a macchia d’olio nell’area urbana Corigliano Calabro-Rossano d’una serie di foto e video dei loro incontri “hard”.
Che a detta della presunta vittima sarebbero stati inviati dall’uomo ai propri familiari, amici e conoscenti, prima d’essersi rapidamente diffusi sui display degli smartphone di mezza Corigliano Calabro e di mezza Rossano.
Al cospetto del giudice, ieri mattina l’accusato – difeso dall’avvocato Francesco Nicoletti – ha però contestato in modo deciso ogni addebito della donna nei suoi confronti, precisando e puntualizzando ogni aspetto dell’intricatissima vicenda che sta interessando piuttosto morbosamente l’opinione pubblica dell’intera area urbana.
Nello specifico, pur ammettendo d’avere avuto una lunga e tormentata relazione con la presunta vittima, V.A. ha dichiarato al contrario d’essere stato lui vittima di tutta una serie d’atteggiamenti e comportamenti della donna in danno pure della sua famiglia, attraverso una mole infinita di telefonate che avevano costretto sua moglie a richiedere agli stessi poliziotti del Commissariato rossanese di diffidare la donna dal continuare in quella presunta condotta. Il 48enne rossanese ha inoltre chiarito di non aver mai posseduto alcun tipo d’arma e di non avere mai minacciato l’ex amante in alcun modo, men che meno con una pistola.
L’uomo è destinatario dalla scorsa settimana di un’ordinanza applicativa di misura cautelare coercitiva. Il sostituto procuratore Manera aveva richiesto nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere, in subordine quella degli arresti domiciliari. Ma il primo giudice aveva deciso diversamente. Al presunto stalker è stato infatti applicato un provvedimento cautelare di divieto d’avvicinamento alla vittima, con le prescrizioni di mantenersi ad almeno cinquecento metri da lei e dai suoi familiari, di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla donna e di non comunicare, attraverso qualsivoglia mezzo, con lei ed i suoi familiari.
Il difensore, al termine dell’interrogatorio di garanzia di ieri, non ha inteso di richiedere al gip la revoca del provvedimento cautelare coercitivo nei confronti del proprio assistito. Almeno per il momento.
Frattanto proseguono le indagini delegate alla Polizia. Gl’investigatori hanno sequestrato in casa dell’uomo un computer, un tablet, svariate pen drive, ben sette smartphone e svariate sim card: una mole di materiale informatico su cui sono ancora e tuttora in corso gli opportuni accertamenti di tipo tecnico disposti dal lagistrato inquirente. E da lì forse si riuscirà a venire a capo dell’annodata matassa e, forse, a dipanarla restituendo chiarezza alla vicenda…