ORIOLO – Il comune, nel chiedere il riconoscimento De.Co. (marchio di origine a denominazione comunale) per alcuni prodotti tipici, ha escluso la “mela agostina”, cosiddetta perché viene a maturazione nel mese di agosto ma che, opportunamente conservata, mantiene inalterata la sua fragranza ed il suo sapore fino a Natale.
Sono perciò insorti diversi coltivatori locali in difesa di questa cultivar (pianta coltivata) e della storica tradizione popolare che l’accompagna i quali, in contrasto con l’esecutivo comunale, hanno scatenato una vera e propria polemica. Se n’è fatto portavoce l’imprenditore agricolo Luigi Adinolfi il quale non riesce a capacitarsi del fatto che la mela agostina non sia stata inserita nel paniere delle eccellenze locali che vede, al momento, la presenza del capretto da latte, dei taralli fatti con l’aggiunta del finocchietto selvatico e dell’olio extravergine di oliva «pur non esistendo allo stato attuale – secondo Adinolfi – produzioni oriolesi di olio etichettate». Eppure la confettura biologica di mela agostina, prodotta (assieme all’amaro Ulivar) dall’azienda agricola di Adinolfi “Santa Marina”, è presente all’Expo di Milano ma viene esclusa dalle De.Co. di Oriolo. «Se un comune – ha dichiarato Adinolfi fornendo anche una possibile spiegazione politica alla scelta – vuole davvero puntare sulle De.Co., deve individuare eccellenze che siano uniche sul territorio, in modo da offrire al comune una vetrina degna dell’attuale mercato globale».
Pino La Rocca