Presto ci sarà una mappatura di tutto il territorio colpito dall’alluvione che lo scorso 12 agosto ha devastato la Sibaritide, in particolare Rossano e Corigliano. «La causa scatenante – spiega Olga Petrucci, responsabile della sede secondaria dell’Irpi di Cosenza (Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica) del Cnr – è stata una precipitazione molto concentrata e intensa su un’area ristretta a quattro comuni: Rossano, Corigliano, Crosia e Cassano.
Nell’arco di poche ore è caduta una quantità di pioggia che rappresenta una notevole percentuale della precipitazione media annua tipica di questa zona. La pioggia ha causato piene improvvise e violente di alcuni corsi d’acqua con la conseguente rottura di argini ed esondazione in aree urbanizzate. I danni sono stati notevoli sia alle strutture che alle infrastrutture. Fortunatamente non si sono avuti danni alla popolazione, anche se sono stati effettuati diversi salvataggi di persone in pericolo. Piuttosto eccezionale anche la stagione in cui l’evento si è verificato. In Calabria infatti le alluvioni più gravi si verificano nel periodo autunnale. In estate, al contrario, si contano pochi casi, come quella di Vibo Valentia e di Soverato, verificatesi rispettivamente nel luglio 2003 e settembre 2000. Attualmente è in corso la ricognizione dei danni su un’area più ampia e a breve sarà effettuata una mappatura in dettaglio dei punti colpiti dall’alluvione, finalizzata alla messa in sicurezza del territorio anche in considerazione della possibilità di eventi futuri».
Giacinto De Pasquale