Nella serata di venerdì lungo la trafficatissima via Provinciale, a Schiavonea, a fuoco camion e auto…
Spettacolare quanto grave incendio, a Corigliano Calabro, nella tarda serata di venerdì scorso lungo via Provinciale all’ingresso della popolosa frazione marina di Schiavonea. A prendere improvvisamente e paurosamente fuoco, verso le 23,15, è toccato ad un autocarro adibito al trasporto e alla vendita di prodotti ortofrutticoli.
Il mezzo si trovava regolarmente parcheggiato nell’area di posteggio antistante le case popolari che insistono all’ingresso della marina coriglianese, dove vive lo stesso proprietario, un fruttivendolo piuttosto noto in zona. Già, perchè proprio nell’esatto luogo in cui il suo automezzo è andato in fiamme, l’uomo durante le ore diurne esercitava la propria attività commerciale.
Avvolto in pochi minuti da un rogo micidiale, l’autocarro a un certo punto, molto probabilmente a causa del gasolio contenuto nei pistoni, s’è paurosamente e drammaticamente mosso dal luogo dove stava bruciando spostandosi d’una decina di metri circa e terminando la corsa contro un’autovettura Wolksvagen Golf parcheggiata, mandando anch’essa a fuoco. Di lato alla alla Golf v’era un’altra autovettura a serio rischio, ma la prontezza di riflessi d’uno dei carabinieri già sul posto l’ha “salvata”. Il militare ha infatti infranto un finestrino, ha aperto la portiera, tolto la marcia inserita e, con l’aiuto dei suoi colleghi, l’ha provvidenzialmente spostata.
Sul posto sono giunti poi i vigili del fuoco del distaccamento di Rossano, ma tanto l’autocarro quanto la Golf erano già completamente carbonizzati e distrutti. Ai pompieri è toccata comunque l’incombenza di spegnere i due mezzi che ancora bruciavano.
Nel perimetro teatro dell’incendio i carabinieri non hanno rinvenuto alcunchè potesse fare ricondurre a una matrice dolosa che comunque è l’unica pista investigativa seguita. I detective dell’Arma, al fine di capire l’ipotetico eventuale movente del dolo che ha armato le criminali mani incendiarie, hanno lungamente sentito il proprietario dell’autocarro finito “nel mirino”. Del racket estorsivo? Nulla è da escludersi, e in casi del genere s’indaga a trecentosessanta gradi. Ma l’atto incendiario potrebbe anche essere sotteso a una vendetta di natura privata e personale nei confronti della vittima. A qualche ipotetico “regolamento di conti”, insomma.
Le indagini proseguono nel riserbo più assoluto, avvolte nella densa coltre di fumo lasciata da un incendio plateale lungo una strada a quell’ora trafficatissima…