La “feroce” polemica in atto tra il consigliere dimissionario Rapani e il sindaco Antoniotti cade a un anno giusto dalle nuove elezioni…
Si fa rovente il clima politico a Rossano. Si prevede una lunghissima campagna elettorale da qui all’anno venturo, quando si tornerà a votare per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio comunale. In queste settimane lo scontro è tutto “a destra”. Due gli attori protagonisti, dall’una e dall’altra parte: l’ex consigliere comunale Ernesto Rapani, dimessosi alcuni giorni addietro dall’assise civica, casacca “Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale”, ed il sindaco Giuseppe Antoniotti di Forza Italia.
Quella che un tempo – poco lontano, per la verità – era una compagine politica “d’acciaio inossidabile”, oggi è rappresentata da due pezzi di ferro che a mò di spada si fronteggiano sul terreno d’una “contesa” evidente a tutti. Rapani si candiderà a sindaco mentre Antoniotti correrà per la propria riconferma elettorale.
Il “guanto di sfida” lanciato da Rapani è sul tema della “legalità amministrativa”, questione per la quale lo stesso ha affermato d’avere deciso di lasciare i banchi del Consiglio comunale attualmente in carica.
Venerdì l’assise civica ha preso atto delle sue dimissioni, ed ha arroventato il dibattito creatosi intorno alla figura, e soprattutto agli “argomenti” che Rapani ha tolto all’improvviso dal proprio cilindro.
«Il tentativo maldestro d’infondere paura tra i cittadini, paventando situazioni d’illegalità diffusa all’interno dell’apparato amministrativo comunale e addirittura facendo temere per un alone di corruzione che attornierebbe il municipio, è un atto ignobile che mortifica l’onorabilità di Rossano». Questa la durissima reazione del sindaco Antoniotti intervenuto in Consiglio l’altro ieri. «Non si può sparare a zero, lanciando accuse gravi, pesanti e prive di ogni fondamento all’indirizzo della struttura politica e burocratica municipale senza alcuna prova – ha chiosato Antoniotti – queste sono calunnie partorite dalla mente di chi con non poca coda di paglia e con l’obiettivo sotteso d’attaccare l’avversario, continua a discreditare la città: se non si ha nulla da denunciare all’autorità giudiziaria, allora si taccia!».