Ciminelli “osteggia” la presenza d’una cinquantina di extracomunitari in un albergo locale
«Non ci fidiamo della diagnosi dei sanitari: troppo poco tempo per verificare con certezza assoluta l’essenza di malattie infettive come malaria e scabbia». Cavalcando l’onda “neoleghista” del suo collega sindaco di Corigliano Calabro, Giuseppe Geraci, l’avvocato Antonello Ciminelli, primo cittadino del piccolo comune di Amendolara, nell’Alto Jonio cosentino, s’improvvisa estemporaneamente “medico” e continua a lanciare l’“allarme migranti”.
Già, perché proprio non riesce a “digerire” la presenza di quella cinquantina d’extracomunitari, da qualche giorno alloggiati in un albergo del suo centro su disposizione del prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, e destinati a rimanervi, a quanto pare, fino al prossimo 25 giugno.
«Il prefetto non mi risponde da quattro giorni – afferma pubblicamente il sindaco Ciminelli – e in mancanza di determinazioni sono pronto ad adottare ogni e più opportuno provvedimento a tutela della salute pubblica della mia comunità».
Il primo cittadino di Amendolara aveva scritto al prefetto lo scorso 10 giugno: «a tutt’oggi non ci è pervenuto alcun cenno di riscontro, perciò rivolgo ancora una volta istanza d’immediata convocazione al fine d’affrontare la problematica».
Ciminelli ha portato la sua “questione” pure all’attenzione dell’incontro tra i sindaci dell’Alto Jonio tenutosi venerdì pomeriggio a Sibari. «Tutti hanno manifestato la volontà di partecipare ad un incontro col prefetto per affrontare congiuntamente l’emergenza-migranti – afferma Ciminelli – e in particolare l’aspetto che appare più delicato, vale a dire quello sanitario, che, malgrado le rassicurazioni ricevute dallo stesso prefetto, ritengo vada adeguatamente valutato ed approfondito, perchè il breve tempo avuto a disposizione dalle autorità sanitarie non mi pare sufficiente per diagnosticare con certezza assoluta l’assenza di malattie infettive e comunque assolutamente pericolose come la scabbia e la malaria, come da certificazione sanitaria che accompagna il nutrito gruppo di migranti che in questi giorni vengono ospitati presso la struttura alberghiera di Amendolara su richiesta del prefetto di Cosenza».