Durante la gara pubblica cui sta partecipando “trasmette” in Municipio un atto d’accusa nei confronti de Il Garantista
Una minaccia “bianca”. Contro “Il Garantista”, il suo direttore Piero Sansonetti e noialtri giornalisti. La minaccia giunge dai già tetri corridoi di Palazzo Garopoli, il Municipio di Corigliano Calabro. È un atto di denuncia-querela. Ma il Municipio non è la Procura né ci risulta che v’abbiano aperto una cancelleria distaccata della Procura, quella di Castrovillari, cui l’atto – che sarebbe meglio definire “documento” – è indirizzato.
Il singolare fatto ha però la sua “logica”. Quella d’“aggiustare” una gara d’affidamento in corso presso l’ente pubblico, il Comune s’intende.
Una gara importante, assai “pesante” sotto il profilo economico. È quella per l’affidamento della gestione del servizio di riscossione dei tributi e delle contravvenzioni coattive da parte dell’ente locale.
Sono due soltanto le società partecipanti al fine d’accaparrarsi l’“affare”, il più grosso affare che possa contrattualmente “combinarsi” col Comune di Corigliano Calabro per alcuni anni. La prima è l’uscente “Soget Spa” di Pescara, la seconda è la “Engineering Tributi Spa” di Trento.
Ed è la prima che avrebbe fatto pervenire al presidente della Commissione di gara, il funzionario comunale Antonio Longo, il documento di denuncia-querela nei nostri confronti, verosimilmente presentato alla Procura di Castrovillari. Noialtri, infatti, non abbiamo ricevuto alcuna notifica. D’altronde il documento reca la data del 28 maggio scorso ed è ancora presto.
Per la “Soget Spa”, però, sarebbe stato di fondamentale importanza che esso documento giungesse al più presto sul tavolo della Commissione aggiudicatrice di quella gara. Che nulla c’entra con la «diffamazione» – tutta ovviamente da dimostrarsi! – che il nostro giornale avrebbe prodotto nei confronti della “Soget Spa” in un articolo pubblicato su queste colonne lo scorso 26 maggio.
Già, perché tra pochissimi giorni quella Commissione aprirà le buste delle offerte economiche relative alla gara, e dalle indiscrezioni fuoriuscite dai corridoi del Municipio, da noi puntualmente pubblicate proprio il 26 maggio, pare che l’esito relativo alla valutazione della documentazione amministrativa richiesta dal bando di gara e presentata dalle due società, dia un netto vantaggio alla “Engineering Spa” dal momento che la sua concorrente sarebbe stata ammessa alla gara “con riserva” dalla Commissione stessa a causa di ben cinque “rilievi”.
Alla “Soget Spa” ed al suo presidente, Lina Di Lello, non le mandiamo di certo a dire. E soprattutto non le mandiamo a dire alla loro “comare” ed ai loro “compari”, i “consigliori” coriglianesi che chissà perché tanto – e con tanta passione – terrebbero alla permanenza in città di tale plurindagata società la cui attività è già nell’interesse d’un bel pò di procure italiane.
Ad essi chiariamo una volta per tutte un concetto: non c’è minaccia di querela che tenga di fronte al nostro sacrosanto mestiere d’informare, che abbiamo difeso, difendiamo e continueremo a difendere con le unghie e coi denti a fronte di qualsivoglia forte interesse o di qualsiasi potere forte.
È notizia di reato? Tocca alla Procura
La “Soget Spa” ha sul proprio “groppone” un dispositivo di sentenza penale emessa dai giudici del Tribunale di Taranto il 25 marzo dello scorso anno – le cui motivazioni sono state depositate il successivo 12 maggio – che condanna alcuni suoi alti dirigenti nonché alcuni dirigenti del Comune di Taranto a pene variabili dai cinque ai tre anni di reclusione, e con una pena accessoria inflitta proprio “in capo” alla stessa società, vale a dire il divieto di stipulare contratti con la pubblica amministrazione e l’interdizione dall’esercizio della propria attività per la durata d’un anno.
Ciononostante, essa sta partecipando alla gara d’affidamento per la riscossione dei tributi indetta dal Comune di Corigliano Calabro e per il Comune di Corigliano Calabro sta tuttora esercitando la propria attività, mentre in altri Comuni italiani è stata esclusa dalle sue proposte partecipazioni a bandi di gara, soccombendo in giudizio – a seguito dei propri ricorsi – dinanzi a tribunali amministrativi regionali e Consiglio di Stato.
Il contratto d’affidamento tra il Comune di Corigliano Calabro e la “Soget Spa” era scaduto il 31 dicembre 2014. Purtuttavia, gli uffici comunali incaricati non avevano ancora definito il nuovo bando di gara (una “casualità”?) e la giunta retta dal sindaco Giuseppe Geraci, ancor prima della scadenza, aveva approvato una delibera di proroga della durata di sei mesi rivolta alla “Soget Spa” «alle medesime condizioni contrattuali».
E qui cascò l’asino, con “Soget Spa” che non ha mai sottoscritto il nuovo previsto contratto con durata fino al prossimo 30 giugno, perchè ovviamente non poteva farlo. Ma la questione era stata risolta in modo “unilaterale” da parte del Comune, attraverso una nota protocollare “autorizzativa” a proseguire il servizio, a firma del funzionario comunale Giovanni Santo.
Nel frattempo erano emersi “fatti strani” e singolari. Come l’improvvisa “scoperta” da parte del Comune d’un conto corrente postale mai dichiarato all’ente, attraverso il quale la “Soget Spa” riscuoteva da parte dei contribuenti coriglianesi. E il Comune s’era limitato a domandare formali spiegazioni “corredate” con la documentazione relativa alla movimentazione dello stesso conto fino a quel momento “occultato” al Comune.
E in Municipio disconoscevano pure la modalità di riscossione prediletta dalla “Soget Spa” nelle rateizzazioni debitorie, vale a dire l’illecito assegno “postdatato”.
Glielo abbiamo fatto sapere noi da queste colonne, pubblicando, lo scorso 10 aprile, un assegno consegnato agli agenti di riscossione della “Soget Spa” incassabile il 18 maggio successivo.
La Procura di Castrovillari indaghi. E lo faccia da subito. (fab)
Fonte Il Garantista