Moglie (e madre) allerta Polizia municipale e Carabinieri senza ottenere alcun riscontro
«Questa signorina (foto) staziona ormai da diversi giorni all’ingresso del vialetto di casa mia, nella mia proprietà privata: ho chiamato Polizia municipale e Carabinieri ma ancora è lì».
E’ la pubblica denuncia d’una cittadina di Corigliano Calabro, moglie e madre. La signora abita in una piccola palazzina interamente di sua proprietà, che insiste lungo la Statale 106 jonica. A nulla valgono i costanti controlli antiprostituzione da parte delle forze dell’ordine nelle diverse ore del giorno e della notte tra le piazzole di sosta della trafficata arteria. L’obiettivo è quello di “stanare” eventuali passeggiatrici con le “carte non a posto” (magari clandestinamente presenti in Italia) allo scopo di ridurne l’altissimo numero evidente pure al più superficiale empirico “colpo d’occhio”.
La prostituzione – com’è noto – in Italia non è reato mentre lo è lo sfruttamento dell’attività delle prostitute da parte di terzi. E le prostitute sono ormai stabilmente “domiciliate” al “civico 106” di Corigliano. Talvolta fermate, prelevate e condotte in caserma per il controllo dei documenti e la formalizzazione delle contravvenzioni nei loro confronti rispetto all’ordinanza comunale antiprostituzione vigente. Ma “per così poco”, manco a dirlo, una volta riguadagnata l’uscita le meretrici tornano sulla “loro” strada. Un impegno, quello delle forze dell’ordine, assolutamente inutile, anzi “disarmante”, ma che tuttavia si rende necessario per il decoro urbano e il “buon costume”. Sovente, infatti, agli automobilisti in transito lungo la 106 capita d’assistere ad atti contrari alla pubblica decenza da parte delle prostitute, le quali spesso non si limitano ad attendere che si fermino i clienti, ma mostrano le loro forme completamente a nudo mentre passano in auto famiglie con bambini a bordo. Scene quotidiane che mettono in forte imbarazzo il mondo degli adulti…