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Oriolo: la frana alle porte minaccia il paese

Posted on Marzo 31, 2015 By Redazione

Sempre più critica la situazione del vasto movimento franoso che, col passare dei giorni e delle ore, minaccia sempre più da vicino le abitazioni della periferia nord del paese. Alcune abitazioni, insieme ad un centro-anziani che insiste in quella zona sono già state evacuate mentre i Vigili del Fuoco di Cosenza, Castrovillari e Trebisacce, insieme ai tecnici della Protezione Civile regionale, ad esperti del CNR nazionale ed ai Volontari del COC comunale, sono all’opera con mezzi e attrezzature sofisticate per monitorare lo scivolamento a valle del vasto movimento franoso. Nonostante la pioggia abbia ormai concesso una bella tregua, la gente ha comunque paura e, in preda al panico, torna a rivivere l’incubo della frana del 1973 allorquando lo smottamento, partito sempre nella stessa zona, interessò il cimitero scoperchiando e trascinando a valle l’ossario comune e buona parte delle tombe, tanto da costringere il comune a delocalizzare altrove l’area cimiteriale. Parliamo dell’area critica denominata “dei Cappuccini” e di rione “Croci” per la presenza del Calvario nella quale, a causa delle piogge persistenti dei giorni scorsi e di una situazione franosa pre-esistente che qualcuno attribuisce alla rottura prolungata dell’acquedotto comunale, milioni di metri cubi di terreno, fradicio di acqua e scivolando su un profondo strato di argilla, ha preso a scendere a valle in modo inarrestabile devastando i terreni coltivati, sradicando gli alberi come fuscelli, distruggendo casupole rurali, le stalle degli animali e minacciando molto da vicino le abitazioni del paese. Non siamo a livello della tristemente nota frana di Cavallerizzo di Cerzeto che nel 2005 lacerò e portò a valle un costone di montagna insieme a un pezzo di paese, ma anche qui la gente, presa dal panico più totale, ha abbandonato sgomenta le abitazioni ed è scesa in strada in lacrime a invocare quelle garanzie e quella sicurezza che al momento nessuno può fornire. Allertati dall’amministrazione comunale che ormai è stremata dalle emergenze, sono accorsi in tanti al capezzale di un paese che rischia da giorni e giorni di essere rivoltato come un calzino dalle frane, ma di fronte a un movimento franoso così vasto al momento c’è veramente poco da fare. Forse bisognava intervenire prima, con opere di consolidamento preventivo. Parole grosse, queste, in una regione nella quale la pianificazione e la prevenzione, ivi compresi i piani di emergenza comunali, non esistono e perciò si corre sempre dietro alle emergenze ed ai disastri.
Pino La Rocca

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