Il porto al suo secondo sbarco di profughi stavolta “misto” e con alcuni casi di scabbia. E tra meno di dieci giorni se ne annuncia un terzo (ph.Rosetta Pignataro)
E due. Nel breve volgere d’una settimana il porto di Corigliano Calabro ha vissuto, nottetempo, il suo secondo sbarco di profughi migranti da un continente all’altro della Terra.
Cinquecentocinque esseri umani: tra loro quarantadue donne e una quindicina di bambini.
Tra le donne pure sei giovani incinte. Quasi la metà di loro mediorientali di nazionalità siriana, profughi da quella cruenta guerra politica di religione che sta interessando pure il cuore dell’Europa attraverso micidiali attentati terroristici.
E poi mediorientali palestinesi ed africani provenienti da Eritrea, Ghana, Senegal, Mali, Marocco, Egitto, Gambia.
Sono scesi alla spicciolata intorno alla mezzanotte tra sabato e ieri dalla nave “Bruno Gregoretti” della Guardia costiera, il cui equipaggio li aveva messi in salvo dopo i soccorsi scattati tre giorni addietro nel Canale di Sicilia, dove i soliti spietati scafisti li avevano abbandonati a bordo delle solite “carrette del mare”.
Tra essi, alcuni profughi siriani – pare dieci – erano affetti da malattie infettive, scabbia in particolare, accertata dai medici di bordo della nave militare. Già in isolamento a bordo, sono stati i primi a scendere e ad essere visitati da medici infettivologi allo scopo d’individuare casi ad alto rischio all’interno d’un apposito gazebo del piccolo ospedale da campo a più “reparti” allestito dall’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Nessuno sarebbe stato però ricoverato negli ospedali della provincia. Tutti gli altri, sottoposti alle visite mediche, sono stati trovati in condizioni di salute rese precarie soprattutto dai diversi giorni trascorsi in mare aperto a bordo delle “carrette” sulle quali avevano viaggiato fino a quando sono stati lasciati alla deriva dagli scafisti e prima d’essere soccorsi e tratti in salvo dagli “angeli del mare” della nostra Guardia costiera.
Altissimo, come nel caso del primo sbarco, il dispiegamento di tutte le forze dell’ordine presenti sul territorio e di personale delle organizzazioni di volontariato umanitario proveniente dall’intera provincia di Cosenza, con in prima linea la Croce rossa italiana e la Protezione civile. Le operazioni di sbarco e di soccorso sono state coordinate dai massimi dirigenti della Prefettura di Cosenza, presenti sul posto.
Come nel caso del primo sbarco del vecchio mercantile “Ezadeen”, che giace ormai da dieci giorni attraccato a una banchina del porto coriglianese, i profughi siriani erano piuttosto ben vestiti, anche se fisicamente provati dalla lunga traversata che li ha visti viaggiare “in coperta” solo negli ultimi tre giorni a bordo della “Gregoretti”.
Diversa la “foto” degli africani, buona parte dei quali sono scesi dalla nave scalzi e coi loro lunghi piedi nudi piagati non soltanto dal freddo.
Dopo le visite sono stati tutti rifocillati con pasti caldi presso i gazebo appositamente allestiti da parte del Comune di Corigliano Calabro unitamente alle varie associazioni di volontariato del territorio.
Alcuni di loro, africani in particolare, hanno avvertito malesseri fisici non appena hanno toccato il cibo. Evidentemente erano assuefatti ad un lungo digiuno forzato dalla più che probabile mancanza di viveri. Molti di loro erano pure disidratati.
In tarda mattinata – esaurite le procedure d’identificazione da parte degli agenti dell’Ufficio immigrazione della Questura cosentina – per molti di loro è cominciata un’altra traversata, questa volta via terra, in pullman, alla volta dei centri d’accoglienza di mezza Italia per come disposto dal Ministero dell’Interno e in particolare verso quelli del Nord. Eccezion fatta per i minori non accompagnati – trentanove in tutto – trattenuti ed ospitati in una casa-famiglia del piccolo comune di Campana. Ed eccezion fatta, pure, per i marocchini, gli egiziani ed i gambiani, per i quali, non sussistendo i presupposti di legge richiesti per la permanenza sul territorio italiano, sarà emesso un provvedimento di respingimento del Questore con intimazione a lasciare il territorio dello Stato.
Tra lunedì 19 e mercoledì 21 gennaio prossimi s’annuncia un terzo sbarco…