Caccia illegale alle anatre selvatiche da parte di bracconieri senza scrupolo. Accade quotidianamente a Corigliano Calabro, nella Riserva naturale protetta della foce del fiume Crati ove la caccia di qualsiasi tipo e in qualunque periodo dell’anno è assolutamente vietata dalla legge. Purtuttavia, approfittando d’una pressoché inesistente vigilanza da parte di chi di competenza presso il sito naturalistico, qui arrivano persino da fuori regione (dalla Puglia e dalla Campania in particolare) a cacciare, e non solo anatre.
Queste vengono attirate nel mirino dei cacciatori attraverso dei richiami acustici, anch’essi vietatissimi dalle leggi in materia venatoria, a prescindere dal fatto che nella Riserva della Foce del Crati non si possa affatto esercitarla l’attività venatoria.
Gli spietati bracconieri utilizzano ripetitori acustici di tipo elettromagnetico.
I cacciatori di anatre selvatiche svolgono la loro illegale attività attraverso tali tipi di richiami, ritmici e ripetitivi, con canti particolarmente intensi, emessi certamente attraverso l’utilizzo di ripetitori acustici di tipo elettromagnetico e dotati d’amplificatore del suono.
Gli illeciti che si consumano in danno della fauna nella foce del Crati sono d’una certa rilevanza in quanto rendono gli abbattimenti tanto cospicui da non poter essere sostenuti dalle popolazioni selvatiche.
Sarebbero opportuni serrati controlli, in particolare da parte del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Provinciale, che in materia sono depositari di specifiche competenze.