ORIOLO La Minoranza va all’attacco sulla questione delle “quote rosa” e si rivolge al Tar e la Maggioranza, sicura da parte sua di non aver infranto la legge, va per la sua strada e si costituisce in giudizio, sempre davanti al Tar, per far valere le proprie ragioni. Per la cronaca va precisato che l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giorgio Bonamassa che ha vinto le elezione a capo della lista civica “Oriolo – sviluppo e lavoro”, pur avvalendosi del supporto di diverse donne nelle vesti di delegate, nel suo esecutivo è composta da soli uomini. Insieme al sindaco Pugliese ne fanno infatti parte Vincenzo Diego nelle vesti di assessore e vice-sindaco e Nicola Pugliese che è l’altro assessore, entrambi politicamente schierati nel PD, lo stesso partito che ha partorito il ricorso avverso al presunto-mancato rispetto della “rappresentanza di genere”. In realtà da quanto si evince dagli atti pubblici del comune, il ricorso al Tar, tendente all’annullamento del decreto di nomina degli assessori da parte del sindaco, è stato presentato a titolo personale da due donne, Maria Giuseppa Varlaro (già candidata nelle liste della Minoranza) e Rosanna Blotta, ma dietro all’iniziativa del ricorso c’è ufficialmente la sezione locale del Partito Democratico, tanto è vero che la nota-stampa emessa all’indomani della presentazione del ricorso è stata firmata dal segretario cittadino nella persona di Simona Colotta che guidava la lista antagonista denominata “Insieme per la rinascita”. Ma in questo caso la questione sembra non essere politica ma si riferisce alle tanto decantate “pari opportunità di genere” che in realtà si enfatizzano con le parole ma si tradiscono coi fatti. Da qui il ricorso affidato al patrocinio dell’avvocato Piefrancesco De Marco di Trebisacce. «Il comune di Oriolo – sostiene la Giunta comunale nella sua delibera – è inferiore a 3mila abitanti e che per tali comuni non ci sono disposizioni e limiti precisi a garanzia delle pari opportunità, ma solo disposizioni di principio; cosa diversa – si legge ancora nella delibera, – per i paesi superiori a 3mila abitanti nei quali nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura inferiore al 40% e che comunque – si legge infine – i consiglieri di genere femminile, interpellate per le vie brevi dal sindaco, non hanno dato la loro disponibilità». Queste le ragioni sostenute dall’esecutivo comunale che per la sua difesa ha nominato gli avvocati Gaetano Parise di Trebisacce e Francesco Bonamassa di Oriolo.
Pino La Rocca