L’Alto Jonio, isolato sul piano geografico e discriminato dalla classe politica regionale e nazionale, vive ormai in uno stato comatoso al punto che sempre più giovani fanno le valigie in cerca di lavoro e di dignità, mentre tra quelli che restano si fa sempre più largo la rassegnazione. Per cercare di dare una scossa benefica a tutti è nata già da un paio d’anni l’associazione “Per lo sviluppo dell’Alto Jonio” intitolata al compianto Umberto Pagano, giudice e consigliere parlamentare, originario di Amendolara, dove ha luogo la sede legale dell’associazione che, sin dalla sua nascita, si batte per l’affermazione della legalità e per contribuire ad intercettare finanziamenti comunitari. Nei giorni scorsi è stata inaugurata una sua sede operativa ad Oriolo, proprio ai piedi del maestoso castello normanno. Una sede che, secondo Antonio Pagano figlio del giudice scomparso, è destinata ad ospitare piccoli eventi culturali, tavoli di lavoro, astisti e professionisti del territorio desiderosi di partecipare al processo di crescita di questo spicchio di Calabria. A margine del taglio del nastro e della benedizione dei locali ad opera del parroco di Oriolo e vicario per l’Alto Jonio della Diocesi di Cassano don Nicola De Luca, si è tenuto un incontro-dibattito moderato dal giornalista Vincenzo La Camera, al quale, oltre ad Antonio Pagano, hanno partecipato il direttore tecnico del Gal “Alto Jonio” Franco Durso, l’ispettore onorario della Pubblica Istruzione Francesco Fusca ed il docente Unical Giuseppe Roma. Dopo il saluto del sindaco di Oriolo Giorgio Bonamassa, si è sviluppato un animato dibattito avente come tema la crescita del territorio vista da ottiche diverse: scuola, agenzie di sviluppo, istituzioni, chiesa, associazionismo. L’incontro ha messo a fuoco l’esigenza di creare un vero e proprio brand (marchio) “Alto Jonio”: un territorio che deve connotarsi per le sue peculiarità naturalistiche, culturali, eno-gastronomiche: solo così potrà spendersi nel mondo. E’ inutile, è stato detto, realizzare idee fotocopia, perchè queste possono essere utilizzate dappertutto. Bisogna invece fare tesoro delle peculiarità territoriali e trasformarle in opportunità cercando di non perdere il treno degli ultimi finanziamenti comunitari 2014-2020. «In questa ottica – ha dichiarato commosso Antonio pagano nel ricordo del padre – l’associazione sarà in prima linea confrontandosi con tutte quelle persone valide che vogliono spendersi per migliorare questo territorio».
Pino La Rocca