Giorni decisivi, quelli che ci separano dal 23 ottobre prossimo, per il destino dell’ospedale di Trebisacce. E’ quella infatti la data fissata dal Consiglio di Stato per sentenziare sulla chiusura del “Chidichimo” avvenuta, insieme agli ospedali di Cariati e Praia a Mare, il 31 marzo 2012 per mano dell’ex commissario Scopelliti impegnato a mettere in pratica il cosiddetto Piano di Rientro dal debito sanitario. Come si ricorderà, all’inopinata chiusura del presidio sanitario di Trebisacce che ha provocato la desertificazione sanitaria di un territorio di quasi 100 chilometri, il comune di Trebisacce, così come avvenuto per quello di Praia a Mare, affidandosi alla tutela legale dell’avvocato Giuseppe Mormandi, ha fatto ricorso prima al Tar Calabria che l’ha respinto senza entrare nel merito e successivamente alla Suprema Corte che ora dovrà pronunciarsi nel merito. E’ stato lo stesso legale a comunicare la fissazione dell’udienza che dovrà interrompere la lunga telenovela e dire la parola finale sul destino dell’ospedale. Una parola fine che tutti si augurano possa essere identica a quella pronunciata a favore dell’ospedale di Praia a Mare. C’è in realtà un certo ottimismo nell’ambiente e lo stesso avvocato Mormandi non ha fatto mistero della personale fiducia nel pronunciamento dei giudici di Palazzo Spada perché le motivazioni addotte a sostegno della causa, confermate nel voluminoso dossier predisposto dal legale con la collaborazione degli amministratori in carica, delle associazioni, del comitato spontaneo nato in difesa dell’ospedale e dei tanti cittadini che vivono sulla propria pelle i disagi e le vicissitudini della nostra sanità, sono identiche e, considerata la vastità del comprensorio e soprattutto le distanze previste dalla “golden hour” (i tempi previsti dalla normativa per raggiungere un ospedale-spoke) risultano anche più gravi e pregnanti di quelle di Praia a Mare che, come si diceva, solo qualche mese addietro ha ricevuto un pronunciamento favorevole da parte della Suprema Corte. Si riapre perciò la concreta prospettiva della riapertura del “Chidichimo”, almeno fino a quando non sarà aperto l’ospedale nuovo della Sibaritide che, per la verità, sembra essere piombato nelle sabbie mobili della burocrazia e dell’inettitudine politica dei nostri amministratori regionali. Un eventuale ed auspicabile pronunciamento favorevole della Suprema Corte rappresenterà comunque una “dritta” per il futuro governo regionale che dovrà giocoforza rivedere le scelte geo-politiche adottate finora dal governo uscente, la cui politica sanitaria si è completamente arenata tanto che la sentenza del Consiglio di Stato non ha prodotto finora alcun risultato. «La sentenza del Consiglio di Stato – aveva sostenuto allora il sindaco di Trebisacce Francesco Mundo – di fatto riapre non solo giuridicamente il problema della riconversione di alcuni ospedali, ma rappresenta anche una svolta politica e una sonora bocciatura delle scelte politiche operate da Scopelliti nei passati cinque anni».
     Pino La Rocca