Torna anche quest’anno la grande “Festa del Biondo tardivo“ in programma dall’1 al 3 maggio, per far conoscere e rilanciare le arance tardive di Trebisacce, un tempo rinomate anche fuori dai confini regionali. Si tratta di una specie autoctona di arancia tardiva, dal colore biondo ed il profumo seducente, dall’abbondante succo e dal sapore sapido, che fin dall’antichità viene coltivata negli aranceti (cosiddette vigne) di Trebisacce laddove, grazie alla vicinanza del mare e ad un particolare micro-clima, è soggetto ad una produzione tardiva, nel senso che i suoi frutti arrivano a maturazione da aprile fino a luglio, cioè quando le altre qualità di arance non sono più sul mercato. Certo la “Festa del Biondo Tardivo, organizzata dall’amministrazione comunale in sinergia con l’Assopec (presidente Serafino Zangaro) non servirà a rilanciare il prodotto sul mercato senza un parallelo intervento nel settore del marketing, ma l’evento che quest’anno coprirà tre giornate viaggiando in parallelo con la festa di San Francesco di Paola, potrà contribuire a rimettere in carreggiata e valorizzare una varietà autoctona di arancia che in passato ha fatto la fortuna dei “vignaruli” i quali, con la vendita annuale delle arance, sbarcavano il lunario e spesso mantenevano i figli all’università. Poi, piano piano e con l’incalzare della concorrenza (anche straniera), con la crescente parcellizzazione delle proprietà e soprattutto con l’incapacità di promuovere questo cultivar sul mercato, il biondo tardivo ha perduto di competitività divenendo sempre di più prodotto di nicchia, al punto che oggi sono molti i “vignaruli” che per una questione di “costo-beneficio” trascurano di coltivare le vigne e utilizzano il prodotto solo per gli usi familiari. Del resto la stessa festa del biondo, se esaurirà la sua “mission” in questo evento, potrà riportare all’attenzione una delle tante risorse del territorio ma non servirà certamente a creare un percorso virtuoso che possa riportare le arance di Trebisacce nei grandi magazzini dell’orto-frutta di Milano, di Roma e di Bologna come avveniva un tempo. In questo senso la “Festa del Biondo tardivo” può diventare un momento per riflettere sulla necessità di intraprendere un discorso di promozione del prodotto appoggiandosi magari su organismi di settore come è già avvenuto con la Coldiretti, o sulla grande distribuzione che oggi detta le leggi al mercato dei consumi. Gli organizzatori hanno comunque fatto le cose in grande e per tre giorni, tra eventi religiosi, notti magiche, parate, sagre, escursioni nell’antico borgo, shopping, musica e colori, il biondo tardivo di Trebisacce ritornerà al centro dell’attenzione e, come già avvenuto l’anno scorso, richiamerà nella cittadina jonica tantissima gente proveniente anche dai paesi vicini .
Pino La Rocca