Informo con piacere che si è svolta una importante rievocazione storica ed artistica nel territorio della Magna Grecia, e più precisamente proprio a Cassano. Del resto, se non qui, dove? Infatti la sofisticata sceneggiatura si è rifatta addirittura alle origini del coro ciclico per il ditirambo in onore di Dioniso, introdotta da Arione (poeta e musico di Metimna) alla fine del 7° secolo a.C. Occorre ricordare che fu proprio dal ditirambo di questo arcaico artista, che sarebbe poi nata la tragedia attica.
Promotrice e finanziatrice di questa importante celebrazione culturale è stata l’ANAS. Il teatro scelto per lo svolgimento dello spettacolo è stato quello della piana di Sibari. La tragedia rappresentata è stata quella del progetto per il cosiddetto 3° megalotto della nuova-nuova 106 Roseto-Sibari.
Personaggi ed interpreti.
Arione: il poeta Fabio Pugliese (che ha già scritto numerosissime liriche in esaltazione dell’ANAS).
Il Coro ciclico per il ditirambo: il Consiglio Comunale di Cassano, che ha declamato ed approvato all’unanimità il testo della tragedia.
L’unanimità ha sottolineato, se ce ne fosse stato bisogno, il perfetto accordo del coro. Se, e lo dico per assurda ipotesi, anche uno solo degli artisti, avesse espresso una qualche perplessità su alcuni aspetti del componimento lirico, che so, sempre per paradosso, sul danno ambientale e lo sperpero economico di un’ulteriore sfettucciamento della piana di Sibari con sei nuove corsie a monte delle tre già esistenti, invece di un semplice loro raddoppiamento, con questo dubbio avrebbe infranto l’armonia della rappresentazione. Che invece è stata assolutamente e magicamente perfetta.
Non oso nemmeno pensare al disastro artistico che si sarebbe potuto verificare, se solo l’Assessora alla Cultura avesse, con una stonata obiezione, sostenuto il pericolo di tranciare di nuovo, come già fatto con la nuova 106, l’area archeologica contenente l’arcaica Sybaris. Essa, giustamente, ha steso un pietoso velo sul fatto di avere assistito alla conferenza nel Museo Nazionale Archeologico di Sibari, e quindi di essere perfettamente informata della questione. Diversamente avrebbe irrimediabilmente guastato lo spettacolo.
Voglio anche sottolineare uno dei passaggi più toccanti ed apprezzati dell’ opera lirica, quello nel quale viene promesso, con note veramente commoventi, al pubblico dei cittadini, il compenso per il progettato scempio ambientale, culturale, archeologico ed economico: la realizzazione di un sottopasso pedonale (utile a molti, come sappiamo, anche per scaricare urgenze fisiche e cartacce inutili, che adesso, vedi foto, vengono disordinatamente depositate davanti ad uno degli ingressi trionfali agli scavi costruito dall’ANAS), sottopasso che sanerà perfettamente il taglio in due parti dell’area archeologica di Thurii, perpetrato a suo tempo, come già accennato, dalla precedente arteria.
La tragedia, che possiamo definire veramente straziante, si è conclusa con le note altissime dei coristi, scandite all’unisono sulla sua solenne approvazione.
C’è da tirarsi giù il cappello di fronte a tanta bravura artistica, sia di recitazione, sia di canto. Dico sul serio.
Maurizio Silenzi Viselli