Agevolato da un clima quasi primaverile, si è ripetuto anche quest’anno il tradizionale Palio di Sant’Antonio Abate che da tantissimi anni costituisce un’occasione di festa e di incontro della gente e soprattutto dei bambini con gli animali di cui è protettore appunto Sant’Antonio Abate, venerato a Trebisacce fin dall’antichità, tanto che nel cuore del centro storico ancora oggi sorge un’antica cappella intitolata al Santo. Un Santo, questo, sempre raffigurato in compagnia di animali domestici e perciò sempre venerato e caro alle popolazioni del luogo in gran parte dedite, un tempo, alla coltivazione dei campi e all’allevamento del bestiame. La tradizionale festa di “Sant’Antune”, così come tanti altri riti popolari, affonda infatti le sue radici nella storia povera e semplice di questo paese allorquando asini, muli e cavalli rappresentavano i mezzi di locomozione più diffusi e ancora oggi, nonostante gran parte di questi animali siano scomparsi, sfida il tempo per merito dell’associazione culturale “L’Albero della memoria” (presidente Piero De Vita). Un tempo la gara più attesa era “la corsa degli asini” che si teneva lungo le salite sterrate del “Bastione” e che rappresentava un raro momento di notorietà per l’animale più umile e mansueto del mondo. Oggi, con la quasi completa scomparsa degli asini, la ribalta tocca ai cavalli, anch’essi però sempre meno numerosi. I riti religiosi hanno preso il via venerdì mattina con la Santa Messa e la processione del Santo per le vie del centro storico; sono quindi proseguiti nel pomeriggio con il raduno dei fantini e dei cavalli presso il Municipio a cui è seguita la benedizione degli animali presso il sagrato della Chiesa Madre San Nicola di Mira ed i tradizionali 3 giri intono alla Chiesa ed alla Cappella del Santo che sorge nel cuore del centro storico. I festeggiamenti sono quindi ripresi ieri pomeriggio alle 14.30 con il raduno equestre in piazza San Martino, con la benedizione dei fantini e dei cavalli, il giuramento del fantino e la formazione delle batterie per la corsa. Subito dopo cavalli e cavalieri, seguiti da un folto pubblico costituito soprattutto da genitori e bambini, si sono trasferiti sulla strada che conduce a Mostarico dove, cavalli e cavalieri si sono sfidati, tra le grida dei propri supporters, a stento tenuti a bada dai Volontari della Protezione Civile, nel tradizionale palio dei cavalli. Anche quest’anno vi hanno partecipato una ventina di cavalli e altrettanti fantini (per la cronaca al I° posto Antonio Lauriti, seguito da Mario Aloia). Non si tratta di una festa sfarzosa ed opulenta ma della riproposizione di antiche usanze di origine popolare che ancora oggi conservano un loro spiccato fascino bucolico perché al centro della scena ci sono ancora asini, muli e cavalli che, con passare gli anni, diventano sempre più animali in via di estinzione.
Pino La Rocca