A fuoco monte Mostarico che, come è noto, sorge a ridosso dell’abitato. A rischio, insieme a tutta la vegetazione esistente, le poche masserie esistenti sul posto ma anche le abitazioni (nella foto) che sorgono a ridosso della linea del fuoco.
Testimone impotente del dilagare del fuoco e in preda al panico la gente che abita nella parte alta di Trebisacce che si è riversata sulle strade invocando, considerato che le squadre di Vigili del Fuoco e di volontari presenti sul posto finora non sono riuscite a contrastare il dilagare delle fiamme anche a causa del vento e delle difficoltà di raggiungere con i mezzi in dotazione, il tempestivo e provvidenziale intervento dei mezzi aerei che invece tardano ad arrivare. Le fiamme, sviluppatesi già dalla serata di martedì 26 settembre, alimentate dal forte vento di tramontana, (gli incendi – sarà un caso? – avvengono sempre in presenza del vento) hanno avvolto con voracità tutto il fronte della montagna e stanno distruggendo tutta la vegetazione risparmiata dagli incendi degli anni scorsi costituita da boschi di pini, di macchia mediterranea ma anche di alberi da frutta e da ulivi secolari che finora hanno resistito ma che ora si stanno incenerendo come autentiche torce avviluppate dal fuoco. L’incendio, da quanto si è appreso, avrebbe preso origine nella serata di martedì e sarebbe stato tenuto sotto controllo dei Vigili del Fuoco di Castrovillari, di Corigliano-Rossano e di Trebisacce, dalle squadre anti-incendio di Calabria Verde oltre che da generosi volontari. Nella mattinata di oggi, rinfocolato dal vento di tramontana che ha ripreso a soffiare di buon ora, il fuoco ha ripreso piano piano vigore e solo verso mezzogiorno sul posto è arrivato un elicottero di Calabria Verde che, facendo la spola tra monte Mostarico e il vicinissimo mare Jonio, sta purtroppo recitando il ruolo di Davide contro Golia provando contrastare i il fuoco ed a sostituire i Canadair che, come è risaputo, restano i mezzi aerei più efficaci per domare il fuoco, in particolare nelle zone impervie e prive di viabilità come è il caso delle pendici del monte Mostarico. A nudo, ancora una volta, le criticità e le carenze che caratterizzano le zone più periferiche della Calabria tra cui l’Alto Jonio che, anche a causa delle distanze e dell’isolamento geografico, oltre che di una sanità decente dignitosa, continua a rimanare scoperto di eservizi essenziali.
Pino La Rocca