ROSSANO – «Sì convinto alla fusione di Corigliano e Rossano. Se vogliamo alimentare le speranze di un futuro migliore alle generazioni a venire, allora non possiamo non supportare questo processo di democrazia partecipata. Annunciamo, dunque, l’apertura del primo comitato per il Sì fondato dai due gruppi consiliari di Fratelli d’Italia di Corigliano e Rossano. Nei prossimi giorni terremo una conferenza stampa di presentazione ufficiale del comitato».
Questo il messaggio congiunto del capogruppo consiliare, nonché coordinatore regionale di Fdi-An, Ernesto Rapani e dell’ex deputato Giovanni Dima, entrambi fautori del progetto della prima ora. Il partito, infatti, è stato tra i primissimi sottoscrittori dell’appello inviato ai sindaci dal comitato delle 100 associazioni, nel 2014.
«Così – spiegano Rapani e Dima – è iniziato il processo. Un appello colto dalle amministrazioni del tempo e portato, come sappiamo, in Consiglio comunale. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta ed ora, alla vigilia del decreto del presidente della regione, Mario Oliverio, con il quale indicherà la data per il referendum, al più tardi entro il prossimo novembre, siamo convinti più che mai che le due popolazioni stiano percependo la bontà del processo. Senza fusione, questo territorio non ha un futuro perché i comuni hanno difficoltà sempre maggiori ad erogare i servizi al cittadino. I nostri giovani vanno via, il fenomeno dello spopolamento è già iniziato. Ed allora, insieme, si potrà progettare, meglio e bene, un’inversione di tendenza, un futuro che ci è stato scippato brutalmente, sacrificando il nordest calabrese sull’altare del risparmio a tutti i costi. Insieme saremo più forti, avremo maggior capacità decisionale e di intercettare fondi destinati allo sviluppo. Sono recenti, infatti, le indicazioni dell’Unione Europea di destinare maggiori risorse per le progettazioni comunitarie ai comuni sopra i 50 mila abitanti. Ebbene, così ne rimarremmo fuori. Un motivo in più – avanzano Dima e Rapani – per unire le forze».
Ed a chi si preoccupa che tradizioni, culture, identità possano essere “contaminate” dalla fusione «possiamo rispondere – è il pensiero dei due rappresentanti di Fdi-An – che la fusione è di carattere puramente amministrativo, e dunque, non andrà a intaccare nulla della “coriglianesità” o “rossanesità” che dir si voglia, ma che anzi, le valorizzerà grazie ad un miglioramento della qualità della vita. Essere un comune unico, è certamente una sfida anche culturale, ma che non condizionerà le nostre identità. Immaginiamo un prossimo futuro tutti insieme: un solo sindaco, un solo consiglio comunale ed una giunta; oltre ad un risparmio della spesa pubblica, la democrazia sarà partecipata con le decisioni che giungono dal basso attraverso le assemblee di quartiere o di circoscrizione che avranno delle ricadute nei processi decisionali. E poi, continueremo, certo, a festeggiare San Francesco di Paola e la Madonna Achiropita, ma lo faremo in modo migliore. Torneremo ad avere tutti quei presìdi che ci hanno strappato via, perché una città di oltre 80mila abitanti non può rimanere senza un tribunale, un ospedale degno di tal nome, infrastrutture e tutto quanto può migliorare la vita ai coriglianesi ed ai rossanesi. Che rimarranno tali, perché nessuno mai toccherà loro queste identità culturali, ma semplicemente andranno a votare per un unico Consiglio comunale di una grande città, che fungerà da guida della Sibaritide e che potrà vantare un maggiore peso specifico nei processi politici regionali e nazionali. Ed allora – terminano – andiamo avanti, tutti uniti per il sì alla fusione. Convintamente e per tentare lasciare un futuro migliore ai nostri figli».