La mobilitazione che ha visto coinvolto anche il nostro movimento, in particolar modo sul territorio di Cassano e della Provincia di Cosenza, ha dato i suoi frutti. Siamo consapevoli del fatto che i cittadini si siano mobilitati e si siano recati alle urne da soli e senza nessun convincimento. La nostra azione di volerli informare attraverso manifestazioni e convegni in tutta la provincia, però, ha consentito agli elettori di capire i cardini della riforma di muoversi consapevolmente.
Bisognava assolutamente respingere la riforma proposta dal governo di ben 47 articoli della costituzione. È la carta degli italiani non del partito di Renzi. Poi gli italiani hanno fatto di più: hanno dato il segnale che la democrazia italiana gode di ottima salute recandosi al voto con percentuali che da tempo non si toccavano a prescindere dall’espressione di voto e hanno decretato la fine di Renzi non accettando le regalie dell’ultima ora concesse dall’ormai ex capo di governo e anzi hanno bocciato anche per questo. A Cassano la vittoria schiacciante del no ci da modo di capire che la gente non ha gradito la presenza dei vari Nencini ed Oliverio che vengono in città solo quando c’è da prendere voti mentre sono assenti quando, ad esempio, c’è da difendere il territorio dalle trivelle. Bene ha fatto il Premier a trarne le conclusioni e a fare un passo indietro. Ovviamente uno stile diverso dagli esponenti calabresi che da anni siedono sempre al loro posto conservando i loro privilegi. In Calabria tutti in silenzio come se non fosse successo nulla. E ovviamente anche a Cassano silenzio assoluto perché quando si perde la colpa è sempre degli altri. Però il voto del referendum ha una forte impronta politica e di protesta con un significato chiaro: nessuna ricaduta reale sui territori delle chiacchiere che si fanno al Governo e in Regione. Ed è da questo che bisogna ripartire con uno slancio ritrovato e incontrare i territori e lavorare per costruire una nuova fase che in questa Calabria manca ormai da diverso tempo.