Un impegno concreto per la tutela ambientale e del territorio.
CASSANO – L’Oasi naturalistica del Fiume Crati e lo straordinario sito archeologico di Sibari non si toccano! E chi ha realizzato opere ed impianti agricoli in contrasto dovrà procedere al ripristino dei luoghi. E’ quanto emerge dalla sentenza n. 40 del 2016 con la quale i Giudici del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche hanno confermato la legittimità dell’ordinanza comunale n. 37, emessa dal settore Urbanistico dell’Amministrazione comunale di Cassano allo Ionio e contenente l’intimazione all’eradicazione di un agrumeto, con annesso impianto di irrigazione.
A renderlo noto è il sindaco uscente di Cassano, Gianni Papasso.
La vicenda decisa dal Giudice superiore delle acque pubbliche risale a qualche anno addietro, nel periodo in cui si consumò una devastante esondazione del Fiume Crati.
I sopralluoghi effettuati dal Comune di Cassano all’Ionio accertavano, tra l’altro, che un intero agrumeto era posizionato in area demaniale fluviale, all’interno del PAI regionale, nell’Oasi naturalistica del Fiume Crati, in area SIC, oltre che in area in cui era necessario ottenere preventivamente l’autorizzazione paesaggistica, il tutto in dispregio dell’art. 96 del RD n. 523 TUOI, dell’art. 5 comma 2 della L.R. 5 maggio 1990 n. 52, dell’art. 32 del DPR 380/2001.
Dopo un complesso contenzioso giudiziario, il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche ha sanzionato il contrasto tra la realizzazione di qualsiasi tipo di attività, sia o no di tipo edilizio, ed i rigorosi vincoli di cui la zona è presidiata, affermando che ogni tipo di attività può realizzarsi nei limiti in cui venga autorizzata, diversamente da come è avvenuto nel caso di specie. Ed infatti, aggiunge l’ex Sindaco, l’ordinanza, che abbiamo inteso difendere con forza e nelle competenti sedi giurisdizionali, mirava allo sgombero di ogni elemento antropico illegittimo, che in qualche modo poteva incidere sul normale e fisiologico flusso delle acque del fiume Crati. Non si trattava, di semplici vincoli che attengono agli aspetti edilizi/urbanistici, bensì di specifici vincoli legati alle esigenze di mitigare, in particolare, i rischi di esondazione e di inondazione di un territorio nel quale ricade uno dei patrimoni più importanti dell’umanità, sotto il profilo storico, archeologico ed artistico, vale a dire le vestigia dell’antica Sibari, oltre ad essere all’interno dell’Oasi Naturalistica della foce del Fiume Crati. Da ultimo, dichiara Papasso “nutro grande soddisfazione per il giudizio espresso dall’Ecc.mo Giudice delle Acque pubbliche, che ha confermato, anche in questo caso, le buone pratiche amministrative realizzate nel corso del mio mandato nel segno della legalità, della difesa del territorio e del senso di responsabilità verso la comunità Cassanese, troppo spesso mortificata dalle disattenzioni del passato.- Ringrazio infine l’Avv. Vittorio Cavalcanti che con professionalità e competenza ha sostenuto le ragioni del Comune di Cassano all’Ionio, contribuendo all’affermazione della piena legittimità dell’azione amministrativa dell’ente”.
Cassano All’Ionio 22 aprile 2016
COMITATO PAPASSO SINDACO