Verranno effettuate il prossimo lunedì le analisi sulla pistola calibro 7,65 trovata in possesso di Cristian Dulan il giorno in cui i carabinieri bussarono alla sua porta. Il 30enne tentò di disfarsi dell’arma ma non ci riuscì. Poi, messo alle strette dai militari della compagnia di Corigliano, parlò e disse che quall’arma l’aveva usata per uccidere Carmine Avato, il muratore di San Cosmo Albanese freddato nella notte tra il tra il 14 e il 15 novembre.
Indicò anche il mandante, Dulan, affermando che si trattasse di Salvatore Buffone, cognato della vittima. In cambio avrebbe ricevuto 500 euro come rimborso spese. Secondo Dulan, Buffone fornisce anche le ragioni per le quali avrebbe voluto la morte di Avato: maltrattava la famiglia, ma non fornisce altri particolari. Toccherà ai Ris di Messina, adesso, effettuare le opportune verifiche sull’arma trovata a Dulan e sui proiettili trovati sul luogo del delitto. Verrà effettuata la cosiddetta “prova dello sparo” per stabilire se quei colpi sono stati effettivamente esplosi da quella calibro 7,65, se hanno conosciuto la stessa storia, tracciato lo stesso micidiale percorso. Inoltre i Ris dovranno anche effettuare gli accertamenti sulla matricola della pistola, per rilevare abrasioni o altro genere di manomissioni. Saranno le prove scientifiche a parlare, una volta pronta la relazione dei militari della scientifica siciliana. Lunedì si recheranno a Messina anche i legali delle parti, con i propri periti, il legale di Buffone, l’avvocato Chiara Penna, e il legale della moglie e dei figli di Avato, Antonello Calvelli.